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La scissione dell'hegelianismo post-Hegel e la critica di Schopenhauer all'idealismo sono centrali nella comprensione della filosofia del XIX secolo. Schopenhauer, con la sua concezione del mondo come rappresentazione e la Volontà come nucleo della realtà, propone un'etica basata sulla compassione e vede nell'arte una via di fuga dal dolore.
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Dopo la morte di Hegel, il pensiero hegeliano si divise in due correnti: i "vecchi hegeliani" conservatori e i "giovani hegeliani" progressisti
Filosofi come Schopenhauer e Kierkegaard si opposero all'ottimismo e al razionalismo hegeliano
L'opera di Schopenhauer riflette l'impronta di Platone, l'illuminismo, il romanticismo e l'idealismo tedesco, oltre alle filosofie orientali e alle teorie scientifiche di Goethe
Schopenhauer adotta e modifica la distinzione kantiana tra fenomeno e noumeno, sostenendo che il mondo fenomenico è una rappresentazione soggettiva e il noumeno è la Volontà
Per Schopenhauer, la Volontà è la forza cieca e irrazionale che sta alla base di tutto l'esistente, manifestandosi in forme diverse attraverso la natura e gli esseri viventi
Schopenhauer propone un'etica fondata sulla compassione e sulla giustizia, riconoscendo l'unità fondamentale di tutti gli esseri come manifestazioni della stessa Volontà
Attraverso la negazione della Volontà, si può raggiungere una forma di liberazione dal ciclo incessante del dolore
Secondo Schopenhauer, l'arte permette di trascendere temporaneamente la Volontà e il dolore, offrendo una visione più profonda della realtà