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L'attentato di Sarajevo del 1914 scatenò la Prima Guerra Mondiale, portando dalla guerra di movimento alla staticità delle trincee. L'Italia, entrata in guerra nel 1915, affrontò battaglie decisive come Caporetto e vide un finale di guerra che alimentò il malcontento nazionale, preludio al fascismo.
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L'assassinio dell'Arciduca Francesco Ferdinando d'Austria a Sarajevo fu il casus belli che innescò la Prima Guerra Mondiale
Le richieste estremamente severe dell'Austria-Ungheria
L'Impero Austro-Ungarico presentò un ultimatum alla Serbia con richieste estremamente severe, sospettando il coinvolgimento del governo serbo nell'assassinio
Il rifiuto della Serbia di accettare l'intervento diretto austro-ungarico nelle indagini
La Serbia accettò la maggior parte delle condizioni dell'ultimatum, ma rifiutò l'intervento diretto dell'Austria-Ungheria nelle indagini, portando alla dichiarazione di guerra
La fase iniziale della guerra fu caratterizzata dal tentativo tedesco di attuare il piano Schlieffen, che prevedeva un rapido attacco alla Francia attraverso il Belgio, ma la resistenza belga e l'intervento britannico fermarono l'avanzata tedesca
La battaglia della Marna segnò il passaggio alla guerra di trincea sul fronte occidentale, caratterizzata dalla staticità e dalla brutalità delle condizioni di vita dei soldati
La guerra sul fronte italiano fu caratterizzata da condizioni ambientali estreme e da battaglie sanguinose come quelle dell'Isonzo e di Caporetto, che portarono a un rinnovamento del comando militare e politico italiano
Il ritiro della Russia a seguito della Rivoluzione d'Ottobre e l'entrata in guerra degli Stati Uniti fornirono un decisivo contributo alle forze alleate
Gli armistizi di Villa Giusti tra Italia e Austria-Ungheria e di Compiègne tra Alleati e Germania posero fine alla guerra