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Algor Lab S.r.l. - Startup Innovativa - P.IVA IT12537010014

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La Prima Guerra Mondiale

L'attentato di Sarajevo del 1914 scatenò la Prima Guerra Mondiale, portando dalla guerra di movimento alla staticità delle trincee. L'Italia, entrata in guerra nel 1915, affrontò battaglie decisive come Caporetto e vide un finale di guerra che alimentò il malcontento nazionale, preludio al fascismo.

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1

L'assassinio fu opera di Gavrilo Princip, un ______ ______.

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nazionalista serbo

2

Dopo il rifiuto serbo di permettere indagini austro-ungariche, l'Austria-Ungheria dichiarò guerra il ______ ______ 1914.

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28 luglio

3

Piano Schlieffen

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Strategia tedesca per attaccare rapidamente la Francia attraverso il Belgio e poi rivolgersi verso la Russia.

4

Battaglia della Marna

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Conflitto che fermò l'avanzata tedesca in Francia, segnando l'inizio della guerra di trincea sul fronte occidentale.

5

Guerra di trincea

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Fase statica del conflitto con condizioni di vita estreme, fronte dalla Manica alla Svizzera, battaglie sanguinose e uso intensivo di artiglieria.

6

Nonostante un'alleanza con ______ e -, l'Italia rimase neutrale fino al ______ ______ ______, quando si unì alla Triplice Intesa.

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Germania Austria-Ungheria 24 maggio 1915

7

Dopo la sconfitta di ______, l'Italia vide un cambiamento di leadership con ______ ______ e ______ ______ ______ che presero il posto di ______ ______ e ______ ______.

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Caporetto Armando Diaz Vittorio Emanuele Orlando Luigi Cadorna Antonio Salandra

8

Fine della Prima Guerra Mondiale

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1918, armistizi di Villa Giusti e Compiègne pongono fine al conflitto.

9

Ritiro della Russia dalla guerra

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Rivoluzione d'Ottobre causa ritiro Russia nel 1917, influenzando esito guerra.

10

Entrata in guerra degli USA

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1917, USA si uniscono alle forze alleate, apportando contributo decisivo alla vittoria.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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L'attentato di Sarajevo e le origini della Grande Guerra

Il 28 giugno 1914, l'assassinio dell'Arciduca Francesco Ferdinando d'Austria a Sarajevo per mano del nazionalista serbo Gavrilo Princip fu il casus belli che innescò la Prima Guerra Mondiale. L'Impero Austro-Ungarico, sospettando il coinvolgimento del governo serbo, presentò un ultimatum alla Serbia con richieste estremamente severe. La Serbia accettò la maggior parte delle condizioni, ma rifiutò l'intervento diretto austro-ungarico nelle indagini. Questo rifiuto portò l'Austria-Ungheria a dichiarare guerra il 28 luglio 1914. La complessa rete di alleanze tra le potenze europee trasformò rapidamente il conflitto locale in una guerra su scala continentale, con la Germania che dichiarò guerra alla Russia e alla Francia, e il Regno Unito che entrò in guerra per onorare il trattato di alleanza con il Belgio, invaso dalla Germania.
Paesaggio di trincea della Prima Guerra Mondiale con sacchi di sabbia, filo spinato e cielo nuvoloso, evocando desolazione.

La transizione dalla guerra di movimento alla guerra di trincea

La Prima Guerra Mondiale iniziò con una fase di guerra di movimento, caratterizzata dal tentativo tedesco di attuare il piano Schlieffen, che prevedeva un rapido attacco alla Francia attraverso il Belgio per poi concentrarsi sulla Russia. La resistenza belga, l'intervento britannico e la battaglia della Marna fermarono l'avanzata tedesca e segnarono il passaggio alla guerra di trincea sul fronte occidentale. Questa nuova fase del conflitto si caratterizzò per la staticità e la brutalità delle condizioni di vita dei soldati, con un fronte che si estendeva dalla Manica fino alla Svizzera, dove le forze si fronteggiarono in un logorante stallo, scandito da battaglie sanguinose e dal massiccio uso di artiglieria.

L'entrata in guerra dell'Italia e le sue conseguenze interne

L'Italia, inizialmente neutrale nonostante l'alleanza prebellica con Germania e Austria-Ungheria, entrò in guerra il 24 maggio 1915 a fianco della Triplice Intesa, dopo aver firmato il Patto di Londra che le prometteva compensi territoriali. Il dibattito politico interno vide la contrapposizione tra interventisti, che sostenevano l'ingresso in guerra, e neutralisti. La guerra sul fronte italiano fu caratterizzata da condizioni ambientali estreme e battaglie come quelle dell'Isonzo e Caporetto, quest'ultima una grave sconfitta che portò a un rinnovamento del comando militare e politico, con l'ascesa di Armando Diaz e Vittorio Emanuele Orlando che sostituirono Luigi Cadorna e Antonio Salandra.

Il termine del conflitto e le ripercussioni in Italia

La guerra si concluse nel 1918, segnata da eventi cruciali come il ritiro della Russia a seguito della Rivoluzione d'Ottobre e l'entrata in guerra degli Stati Uniti, che fornirono un decisivo contributo alle forze alleate. L'armistizio di Villa Giusti, firmato il 3 novembre 1918 tra Italia e Austria-Ungheria, e l'armistizio di Compiègne, firmato l'11 novembre tra Alleati e Germania, posero fine al conflitto. L'Italia, nonostante la vittoria, si vide riconoscere solo in parte i territori promessi, generando il sentimento di una "vittoria mutilata" che contribuì a un clima di insoddisfazione nazionale, terreno fertile per l'ascesa del fascismo di Benito Mussolini.