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La nascita dello Stato di Israele e le origini del conflitto arabo-israeliano

La nascita dello Stato di Israele nel 1948 e le origini del conflitto arabo-israeliano sono eventi chiave nella storia moderna. Questi eventi hanno portato alla Prima Guerra arabo-israeliana e all'esodo palestinese, noto come Nakba. Le conseguenze territoriali, i processi di pace come gli Accordi di Oslo e di Camp David, e le dinamiche politiche tra gruppi come Hamas e Al-Fatah hanno plasmato il conflitto. Gerusalemme e la Cisgiordania rimangono punti caldi di tensione.

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1

Dopo la ______, la Società delle Nazioni assegnò il mandato sulla Palestina alla ______ (1920-1948).

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prima guerra mondiale Gran Bretagna

2

Il ______, volto a creare uno stato ebraico in Palestina, causò tensioni con gli arabi locali, portando a violenze negli anni '20 e '30.

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movimento sionista

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Inizio Prima Guerra arabo-israeliana

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1948, post dichiarazione indipendenza Israele; attacco di Egitto, Siria, Libano, Giordania.

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Fine Prima Guerra arabo-israeliana

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1949, armistizi stabiliscono confini; Israele 78% territorio, Gaza a Egitto, Cisgiordania a Giordania.

5

Occupazione israeliana di Gaza

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Breve nel 1956, poi dal 1967 dopo Guerra dei sei giorni; inizia lungo periodo occupazione militare.

6

Nel ______, l'attacco congiunto di Egitto e Siria contro Israele durante il Yom Kippur ha causato una ______ energetica mondiale.

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1973 crisi

7

La Prima ______ iniziata nel 1987, fu una sollevazione palestinese contro l'occupazione ______.

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Intifada israeliana

8

Seconda Intifada

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Conflitto violento (2000-2005) tra palestinesi e israeliani, segnato da attacchi e repressioni.

9

Morte di Yasser Arafat

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Evento del 2004 che ha cambiato la leadership palestinese e influenzato il processo di pace.

10

Controllo della Striscia di Gaza

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Hamas ha preso il potere a Gaza nel 2007, separandosi dall'amministrazione di Al-Fatah in Cisgiordania.

11

Benjamin Netanyahu, primo ministro di Israele, ha favorito lo sviluppo ______ e ha attuato politiche ______.

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economico di destra

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Insediamenti israeliani in Cisgiordania

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Considerati illegali dalla comunità internazionale, continuano ad espandersi nei territori palestinesi occupati.

13

Spianata delle Moschee

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Sotto controllo israeliano dal 1967, gestione delle questioni religiose affidata al Waqf islamico di Gerusalemme.

14

Muro del Pianto

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Luogo più sacro per la preghiera ebraica, situato ai piedi del Monte del Tempio a Gerusalemme.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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La nascita dello Stato di Israele e le origini del conflitto arabo-israeliano

Dopo la fine della prima guerra mondiale e il conseguente smembramento dell'Impero Ottomano, la Società delle Nazioni affidò alla Gran Bretagna il mandato sulla Palestina (1920-1948). In questo periodo, il movimento sionista, che perseguiva l'obiettivo di stabilire uno stato ebraico in Palestina, entrò in conflitto con la popolazione araba locale. Gli attriti tra le due comunità sfociarono in episodi di violenza negli anni '20 e '30. Il piano di partizione delle Nazioni Unite del 1947 prevedeva la creazione di due stati indipendenti: uno ebraico e uno arabo, con Gerusalemme sotto controllo internazionale. Tuttavia, il piano fu accettato dagli ebrei ma rifiutato dagli arabi. Il 14 maggio 1948, David Ben-Gurion proclamò l'indipendenza dello Stato di Israele, che fu immediatamente attaccato da stati arabi vicini. Questo evento segnò l'inizio dell'esodo di circa 700.000 palestinesi, che fuggirono o furono espulsi dalle loro case, in un episodio conosciuto come la Nakba, o "Catastrofe".
Vista aerea di Gerusalemme con il Domo della Roccia al centro, edifici in pietra chiara e mura antiche in primo piano.

La Prima Guerra arabo-israeliana e le conseguenze territoriali

La Prima Guerra arabo-israeliana scoppiò immediatamente dopo la dichiarazione di indipendenza di Israele, quando le nazioni arabe confinanti, tra cui Egitto, Siria, Libano e Giordania, si unirono per contrastare il nuovo stato. Il conflitto durò fino al 1949 e si concluse con gli accordi di armistizio, che portarono a una nuova ripartizione territoriale. Israele estese il suo controllo su circa il 78% del territorio, mentre la Striscia di Gaza passò sotto amministrazione egiziana e la Cisgiordania sotto controllo giordano. La Striscia di Gaza divenne un rifugio per molti palestinesi sfollati. Durante la crisi del canale di Suez nel 1956, Israele occupò brevemente la Striscia di Gaza, ma la restituì all'Egitto dopo pressioni internazionali. Israele riconquistò la Striscia di Gaza durante la Guerra dei sei giorni nel 1967, iniziando un lungo periodo di occupazione militare.

Processi di pace e Intifade

La Guerra del Kippur del 1973, che vide Egitto e Siria attaccare Israele durante la festività ebraica del Yom Kippur, portò a una crisi energetica globale e a un rinnovato sforzo per la pace. Gli accordi di Camp David del 1978, mediati dagli Stati Uniti, portarono a un trattato di pace tra Egitto e Israele e a un quadro per l'autonomia palestinese, che includeva il ritiro israeliano dalla penisola del Sinai. La Prima Intifada, iniziata nel 1987, fu una rivolta popolare palestinese contro l'occupazione israeliana. Si concluse con gli Accordi di Oslo del 1993, che istituirono l'Autorità Nazionale Palestinese e riconobbero il principio di due stati per due popoli. Tuttavia, questioni chiave come lo status di Gerusalemme, i confini definitivi, gli insediamenti e il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi rimasero irrisolte.

Dinamiche politiche e gruppi estremisti

Gli Accordi di Oslo furono accolti con sentimenti contrastanti. Mentre il movimento Al-Fatah, guidato da Yasser Arafat, li sostenne, Hamas, un'organizzazione islamista, li respinse, considerandoli un tradimento della causa palestinese. La presenza di insediamenti israeliani nei territori occupati e l'ascesa di forme estremiste di resistenza palestinese portarono alla Seconda Intifada (2000-2005), un periodo di intensa violenza. Dopo la morte di Arafat nel 2004 e l'incapacità di Ariel Sharon nel 2006, il panorama politico si trasformò. Hamas vinse le elezioni legislative palestinesi nel 2006 e successivamente prese il controllo della Striscia di Gaza nel 2007, mentre la Cisgiordania rimase sotto l'amministrazione di Al-Fatah e dell'Autorità Nazionale Palestinese.

Gli Accordi di Abramo e la politica interna israeliana

Gli Accordi di Abramo del 2020, firmati tra Israele, gli Emirati Arabi Uniti, il Bahrein e successivamente altri paesi, hanno segnato un cambiamento significativo nella geopolitica del Medio Oriente, stabilendo relazioni diplomatiche tra Israele e alcuni stati arabi. Questi accordi, mediati dagli Stati Uniti, miravano anche a contenere l'influenza dell'Iran nella regione. A livello nazionale, Benjamin Netanyahu, primo ministro di Israele per diversi mandati, ha promosso lo sviluppo economico e ha perseguito politiche di destra, tra cui l'espansione degli insediamenti ebraici nei territori palestinesi e riforme giudiziarie controverse.

La Cisgiordania e Gerusalemme: punti caldi del conflitto

La Cisgiordania, abitata sia da palestinesi che da israeliani, è spesso teatro di violenze e tensioni. Nonostante la comunità internazionale consideri illegali gli insediamenti israeliani nei territori occupati, questi continuano a espandersi. Gerusalemme, città sacra per cristiani, musulmani ed ebrei, rimane uno dei principali punti di contesa nel conflitto. La Spianata delle Moschee è sotto il controllo israeliano dal 1967, ma la gestione delle questioni religiose è affidata al Waqf islamico di Gerusalemme, sotto l'autorità giordana. Il Muro del Pianto è il luogo più sacro dove gli ebrei possono pregare, mentre la Spianata delle Moschee è generalmente riservata alla preghiera musulmana, sebbene la tensione rimanga alta per il diritto di accesso e preghiera in quest'area.