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L'evoluzione del cristianesimo da movimento perseguitato a religione ufficiale dell'Impero Romano è un fenomeno storico di grande rilevanza. Nato in Palestina, si distinse per i suoi insegnamenti di amore e compassione, attirando un'ampia varietà di seguaci. La sua istituzionalizzazione fu sancita dall'Editto di Milano e poi dall'Editto di Tessalonica, che ne fecero la religione di Stato, influenzando profondamente la cultura e la società dell'epoca.
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Il cristianesimo si sviluppò in Palestina, allora provincia dell'Impero Romano, dopo la conquista romana nel 63 a.C
Il cristianesimo si distingueva nettamente dal contesto religioso politeista romano e da quello ebraico, dal quale tuttavia trasse origine
La predicazione di Gesù di Nazareth, iniziata intorno al 30 d.C., attrasse un numero crescente di seguaci che lo riconobbero come il Messia, il salvatore promesso nelle scritture ebraiche
Il messaggio di Gesù, incentrato sull'amore, la compassione e il perdono, trovò terreno fertile in un'ampia varietà di contesti sociali
La diffusione del cristianesimo fu favorita dall'opera di figure chiave come gli apostoli e, in particolare, Paolo di Tarso
Nonostante la sua condanna a morte per crocifissione a Gerusalemme, la figura e l'insegnamento di Gesù continuarono a diffondersi grazie all'opera di figure chiave come gli apostoli e Paolo di Tarso
Inizialmente perseguitato come setta ebraica e poi come movimento religioso autonomo, il cristianesimo ottenne un cambiamento significativo di status con l'Editto di Milano nel 313
L'Editto di Milano garantì la libertà di culto a tutti i cittadini dell'Impero e pose il cristianesimo in una posizione di parità rispetto alle altre religioni dell'epoca
L'Editto di Tessalonica, proclamato dall'imperatore Teodosio I nel 380, fece del cristianesimo la religione ufficiale dell'Impero Romano, segnando la fine del paganesimo come religione dominante