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Origine e Significato della Metafisica

La metafisica, termine coniato per descrivere i lavori di Aristotele, indaga questioni fondamentali come l'esistenza e l'essenza delle cose. Si occupa delle cause ultime, della natura della realtà e della sostanza degli enti, ponendosi come disciplina speculativa e razionale alla ricerca di una comprensione universale.

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1

Chi ha introdotto il termine 'metafisica'?

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Il termine 'metafisica' fu introdotto postumo per descrivere i lavori di Aristotele.

2

Come definiva Aristotele la metafisica?

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Aristotele la considerava 'filosofia prima' o 'scienza dell'essere in quanto essere'.

3

Qual è l'approccio della metafisica?

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Approccio speculativo e razionale per una comprensione universale e fondamentale della realtà.

4

La ______ trae origine dalle teorie di ______, che concepiva un universo di forme o idee, distinte e incontaminate rispetto alla realtà tangibile e difettosa.

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metafisica Platone

5

Aitiologia

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Studio cause/principi primi.

6

Ontologia

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Indagine sull'essere in quanto essere.

7

Teologia in metafisica

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Studio di Dio/sostanze immobili.

8

La ______ è un aggregato di ______ e ______, dove quest'ultima conferisce identità e scopo alla prima.

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sostanza materia forma

9

Concetto di forma secondo Aristotele

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Essenza o configurazione che determina la natura di un ente.

10

Concetto di materia secondo Aristotele

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Ciò che viene configurato dalla forma.

11

Interpretazione aristotelica del divenire

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Movimento dalla potenzialità alla realizzazione effettiva della forma nella materia.

12

La ______ prima è un'idea teorica che simboleggia la possibilità assoluta, senza alcuna ______.

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materia forma

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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Origine e Significato della Metafisica

La metafisica è una branca della filosofia che si occupa dello studio delle questioni fondamentali relative alla realtà, quali l'esistenza, la natura, l'essenza e le cause ultime delle cose. Il termine "metafisica" fu introdotto postumo per descrivere i lavori di Aristotele che si collocavano oltre (meta) la fisica, nel senso che trattavano argomenti al di là dell'esperienza fisica e sensoriale. Aristotele stesso considerava questa disciplina come "filosofia prima" o "scienza dell'essere in quanto essere", ponendola alla base di tutte le altre forme di conoscenza filosofica. La metafisica si distingue per il suo approccio speculativo e razionale, mirando a una comprensione universale e fondamentale della realtà.
Statua in marmo bianco di Platone e Aristotele in dialogo, con mani gestuali e toghe, su piedistallo, tra colonne doriche sotto cielo azzurro.

La Metafisica in Relazione a Platone e Aristotele

La metafisica si sviluppa a partire dalle idee di Platone, che postulava l'esistenza di un mondo delle forme o idee, separate e perfette rispetto al mondo sensibile e imperfetto. Aristotele, allievo di Platone, riformulò questa visione sostenendo che le forme o essenze non esistono separate dalle cose, ma sono immanenti in esse. Questo passaggio da un idealismo platonico a un realismo aristotelico segna un punto di svolta nella storia della metafisica, ponendo le basi per un'indagine che integra l'esperienza sensoriale con la ricerca delle cause e dei principi ultimi.

Le Quattro Definizioni Aristoteliche di Metafisica

Aristotele articolò la metafisica in quattro rami principali: l'aitiologia, lo studio delle cause e dei principi primi; l'ontologia, l'indagine sull'essere in quanto essere; l'usiologia, lo studio della sostanza o essenza delle cose; e la teologia, che si occupa di Dio e delle sostanze immobili. L'ontologia, in particolare, si concentra sull'essere come attributo fondamentale che accomuna tutti gli enti, stabilendo la metafisica come una scienza universale che trascende le discipline particolari e si dedica all'analisi delle caratteristiche più generali dell'esistenza.

Le Categorie Aristoteliche e il Concetto di Sostanza

Aristotele identificò dieci categorie fondamentali per descrivere la realtà: sostanza, quantità, qualità, relazione, luogo, tempo, posizione, stato, azione e passione. La sostanza è considerata la categoria più importante, in quanto rappresenta ciò che un ente è in sé, la sua essenza o natura. Le altre categorie sono accidenti, ovvero modi in cui la sostanza esiste o viene modificata. La sostanza è definita come un composto di materia e forma, con la forma che dà identità e funzione alla materia. Questo concetto è centrale nella metafisica aristotelica e serve come punto di riferimento per comprendere la struttura e la natura degli enti.

Forma, Materia e il Problema del Divenire

Aristotele affrontò il problema del divenire, ovvero il processo di cambiamento, attraverso i concetti di forma e materia. La forma è l'essenza o la configurazione che determina la natura di un ente, mentre la materia è ciò che viene configurato. Il divenire è interpretato come il movimento dalla potenzialità alla realizzazione effettiva della forma nella materia. Questa visione consente di interpretare il cambiamento come un'evoluzione interna all'essere, piuttosto che come un salto tra l'essere e il non essere, fornendo una spiegazione coerente per la continuità e la trasformazione degli enti.

Atto, Potenza e la Sostanza come Unione di Entrambi

Nel pensiero aristotelico, l'atto (la realizzazione effettiva di una possibilità) è considerato fondamentale rispetto alla potenza (la capacità di realizzare una possibilità). La sostanza è vista come l'integrazione di attualità e potenzialità, con la forma pura e la materia prima che rappresentano gli estremi dell'essere. La materia prima è un concetto teorico che indica la possibilità pura, priva di forma, mentre le materie seconde sono quelle concrete e percepite direttamente. Questa concezione della sostanza come unione di forma e materia è essenziale per comprendere la realtà come composta da enti individuali, ciascuno caratterizzato da una combinazione unica di potenzialità e attualità.