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L'Italia e la Prima Guerra Mondiale

La neutralità italiana e il dibattito sull'intervento nella Prima Guerra Mondiale vedono protagonisti Antonio Salandra, gli interventisti, i neutralisti e il Patto di Londra. L'Italia, inizialmente neutrale, fu trascinata in guerra da nazionalisti, irredentisti e liberali, mentre socialisti e cattolici si opponevano. Le difficoltà militari e il logoramento degli eserciti segnarono profondamente il conflitto.

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1

Nel ______, all'inizio del grande conflitto, l'Italia decise di rimanere neutrale sotto la guida di ______ ______.

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1914 Antonio Salandra

2

La decisione italiana di non partecipare al conflitto fu motivata dal fatto che l'alleanza con - e la ______ prevedeva un impegno solo in caso di attacco difensivo.

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Austria Ungheria Germania

3

Gruppi interventisti

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Nazionalisti, forze democratiche e liberali, liberali conservatori.

4

Motivazioni nazionalisti

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Espansione confini, Italia più forte e influente.

5

Oppositori interventismo

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Neutralisti: blocco giolittiano, mondo cattolico, socialisti.

6

L'adesione dell'Italia al primo conflitto mondiale fu influenzata dalle ______ e dalle manifestazioni pubbliche.

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pressione degli interventisti

7

Dopo le dimissioni di ______, la crisi di governo fu risolta da Vittorio Emanuele III, che appoggiò gli interventisti.

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Salandra

8

Il re ______ superò la crisi di governo riaffermando il suo sostegno alla causa interventista.

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Vittorio Emanuele III

9

Con una larga maggioranza, il Parlamento italiano ratificò la decisione di entrare in guerra il ______.

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23 maggio 1915

10

L'Italia dichiarò guerra all'______ il 23 maggio 1915, entrando ufficialmente nel conflitto mondiale.

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Austria-Ungheria

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Offensive sul fronte dell'Isonzo

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Condotti da Cadorna, molti attacchi costosi in vite senza successi decisivi.

12

Strafexpedition 1916

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Offensiva austriaca respinta dalle forze italiane.

13

Nuovi attori nella guerra

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Bulgaria con Imperi centrali; Portogallo e Romania con l'Intesa, complicando la situazione.

14

La ______ divenne impopolare a causa di perdite, condizioni di vita difficili e ______ di risorse, peggiorate dal ______ navale.

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guerra scarsità blocco

15

Nel ______, la Germania intensificò la guerra sottomarina per rompere il blocco ______ e costringere il ______ Unito a negoziare la pace.

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1917 alleato Regno

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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La neutralità italiana e il dibattito sull'intervento nella Prima Guerra Mondiale

All'avvio del conflitto mondiale nel 1914, l'Italia, sotto la guida del Primo Ministro Antonio Salandra, optò per una politica di neutralità, nonostante fosse vincolata all'Austria-Ungheria e alla Germania dalla Triplice Alleanza. La neutralità fu giustificata dal fatto che l'alleanza prevedeva un impegno solo in caso di attacco contro uno degli alleati, e l'Austria-Ungheria non aveva consultato l'Italia prima di dichiarare guerra alla Serbia. Nel paese si sviluppò un acceso dibattito: gli interventisti, tra cui nazionalisti e irredentisti, sostenevano l'ingresso in guerra per realizzare le aspirazioni nazionali e annettere i territori a maggioranza italiana sotto dominio austro-ungarico; i neutralisti, invece, tra cui socialisti, cattolici e parte del liberalismo, ritenevano che l'Italia non fosse pronta per un conflitto di tale portata e che l'intervento avrebbe portato a inutili sacrifici.
Soldati italiani in uniforme della Prima Guerra Mondiale su terreno montuoso, armati e attenti, sotto un cielo pomeridiano.

La formazione degli schieramenti interventisti e neutralisti

Gli interventisti costituivano un insieme variegato di gruppi e personalità politiche. I nazionalisti, che ambivano a un'Italia più forte e influente, vedevano la guerra come un'opportunità per espandere i confini nazionali. Le forze democratiche e liberali, tra cui intellettuali e politici, sostenevano l'intervento per motivi ideali, come la lotta contro gli imperi centrali e la liberazione delle terre irredente. I liberali conservatori, rappresentati da figure come Salandra e il Ministro degli Esteri Sidney Sonnino, erano motivati anche da considerazioni economiche e strategiche, e godevano del sostegno di importanti organi di stampa, come il "Corriere della Sera". I neutralisti, al contrario, includevano il blocco giolittiano, il mondo cattolico sotto la guida di Papa Benedetto XV e la maggior parte del Partito Socialista Italiano. Benito Mussolini, inizialmente neutralista, si convertì all'interventismo, fondando il movimento "interventista rivoluzionario".

La decisione dell'Italia di entrare in guerra e il Patto di Londra

La pressione degli interventisti e le manifestazioni pubbliche, insieme alle trattative segrete con le potenze dell'Intesa, portarono all'adesione dell'Italia al conflitto. Il Patto di Londra, firmato il 26 aprile 1915, garantiva all'Italia territori in caso di vittoria alleata. La crisi di governo scaturita dalle dimissioni di Salandra fu superata dal re Vittorio Emanuele III, che riconfermò il suo sostegno alla causa interventista. Il Parlamento, in seguito, ratificò la decisione con una larga maggioranza, e il 23 maggio 1915 l'Italia dichiarò guerra all'Austria-Ungheria.

Le difficoltà militari dell'Italia e la situazione sui fronti di guerra

L'entrata in guerra dell'Italia non fu priva di difficoltà: l'esercito soffriva di carenze logistiche e di equipaggiamento. Il generale Luigi Cadorna condusse numerose offensive sul fronte dell'Isonzo, che si rivelarono costose in termini di vite umane e prive di successi decisivi. Nel 1916, l'offensiva austriaca nota come "Strafexpedition" fu respinta dalle forze italiane. Sul fronte occidentale, le battaglie di Verdun e della Somme si dimostrarono estremamente sanguinose e inconcludenti, mentre sul fronte orientale l'offensiva Brusilov dell'esercito russo ottenne iniziali successi ma non riuscì a cambiare l'esito del conflitto. L'entrata in guerra di nuovi attori, come la Bulgaria a fianco degli Imperi centrali e il Portogallo e la Romania con l'Intesa, complicò ulteriormente la situazione.

Il logoramento degli eserciti e la protesta sul fronte interno

La guerra di trincea e le lunghe battaglie indebolirono il morale delle truppe, portando a episodi di ammutinamento e diserzione, come nel caso dell'esercito russo nel 1917. Anche sul fronte interno, la guerra divenne sempre più impopolare a causa delle gravi perdite, delle condizioni di vita difficili e della scarsità di risorse, aggravate dal blocco navale. La Germania, incapace di rompere il blocco alleato, intensificò la guerra sottomarina nel 1917, attaccando navi senza distinzione, nel tentativo di costringere il Regno Unito a negoziare la pace.