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La neutralità italiana e il dibattito sull'intervento nella Prima Guerra Mondiale vedono protagonisti Antonio Salandra, gli interventisti, i neutralisti e il Patto di Londra. L'Italia, inizialmente neutrale, fu trascinata in guerra da nazionalisti, irredentisti e liberali, mentre socialisti e cattolici si opponevano. Le difficoltà militari e il logoramento degli eserciti segnarono profondamente il conflitto.
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Il Primo Ministro Salandra guidò l'Italia verso una politica di neutralità durante la Prima Guerra Mondiale
Nonostante fosse legata all'Austria-Ungheria e alla Germania dalla Triplice Alleanza, l'Italia scelse di rimanere neutrale
La neutralità fu giustificata dal fatto che l'alleanza prevedeva un impegno solo in caso di attacco diretto contro uno degli alleati
Gli interventisti, tra cui nazionalisti e irredentisti, sostenevano l'ingresso in guerra per realizzare le aspirazioni nazionali e annettere i territori a maggioranza italiana sotto dominio austro-ungarico
I neutralisti, tra cui socialisti, cattolici e parte del liberalismo, ritenevano che l'Italia non fosse pronta per un conflitto di tale portata e che l'intervento avrebbe portato a inutili sacrifici
Gli interventisti erano un insieme variegato di gruppi e personalità politiche, tra cui nazionalisti, forze democratiche e liberali, e liberali conservatori
Le manifestazioni pubbliche e le trattative segrete con le potenze dell'Intesa portarono alla pressione per l'adesione dell'Italia al conflitto
Il Patto di Londra, firmato il 26 aprile 1915, garantiva all'Italia territori in caso di vittoria alleata
Dopo la crisi di governo e la ratifica del Parlamento, l'Italia dichiarò guerra all'Austria-Ungheria il 23 maggio 1915
L'entrata in guerra dell'Italia fu ostacolata dalle carenze logistiche e di equipaggiamento dell'esercito
Il generale Cadorna condusse numerose offensive sul fronte dell'Isonzo, ma senza successi decisivi e con gravi perdite umane
La guerra si intensificò con l'entrata in gioco di nuovi attori, come la Bulgaria a fianco degli Imperi centrali e il Portogallo e la Romania con l'Intesa
La guerra di trincea e le lunghe battaglie indebolirono il morale delle truppe e portarono a episodi di ammutinamento e diserzione, mentre sul fronte interno la guerra divenne sempre più impopolare a causa delle gravi perdite e delle difficoltà economiche