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La neutralità italiana nel 1914 e le correnti interventiste che influenzarono l'entrata dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale sono fenomeni storici di rilievo. Nazionalisti, futuristi e socialisti rivoluzionari, tra cui Benito Mussolini, spingevano per l'intervento, vedendo nel conflitto un'opportunità di rafforzamento nazionale e di trasformazione sociale. La firma del Patto di Londra e la dichiarazione di guerra all'Austria-Ungheria segnarono una svolta decisiva, con conseguenze profonde sul fronte interno e militare.
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L'Italia era legata alla Germania e all'Austria-Ungheria dalla Triplice Alleanza
L'Italia interpretò l'azione dell'Austria-Ungheria contro la Serbia e l'invasione tedesca del Belgio come offensive, non difensive
La maggior parte della popolazione italiana era contraria al conflitto, temendo le conseguenze in termini di perdite umane e crisi economica
I socialisti e i cattolici erano contrari all'intervento, per motivi rispettivamente legati alla classe lavoratrice e ai principi pacifisti
I liberali ritenevano l'Italia non pronta per un conflitto di tale portata e speravano in concessioni territoriali senza entrare in guerra
Un movimento composto da nazionalisti, futuristi e parte del movimento socialista vedeva nella guerra un'opportunità per completare l'unità nazionale e affermare la posizione internazionale dell'Italia
Il governo italiano firmò in segreto il Patto di Londra nell'aprile 1915, impegnandosi ad entrare in guerra al fianco dell'Intesa in cambio di promesse territoriali
Il parlamento italiano concesse al governo i pieni poteri e il 24 maggio 1915 l'Italia dichiarò guerra all'Austria-Ungheria
Le prime operazioni si concentrarono sul fronte alpino e lungo il fiume Isonzo, ma le truppe italiane non riuscirono a ottenere successi decisivi contro le forze austro-ungariche
La guerra coinvolse non solo i militari ma anche la popolazione civile, con la mobilitazione di risorse economiche e l'impiego di propaganda
Sia sul fronte occidentale che su quello italiano si verificarono offensive e controffensive che non portarono a cambiamenti significativi delle linee del fronte
Il generale Cadorna ordinò ripetute offensive sull'Isonzo, ma nonostante le pesanti perdite l'esercito italiano riuscì a contenere l'avanzata austro-ungarica e a conquistare Gorizia
La Germania intensificò la guerra sottomarina, portando all'entrata in guerra degli Stati Uniti a fianco dell'Intesa
Le rivoluzioni di febbraio e ottobre portarono al potere i bolscevichi, che conclusero la pace di Brest-Litovsk con gli Imperi Centrali
L'offensiva austro-tedesca a Caporetto nel 1917 inflisse una pesante sconfitta all'esercito italiano, che si ritirò fino al fiume Piave
La crescente superiorità degli Alleati, rafforzata dall'entrata in guerra degli Stati Uniti, portò al crollo degli Imperi Centrali e alla formazione di nuove repubbliche
La Battaglia di Vittorio Veneto portò alla sconfitta dell'esercito austro-ungarico e alla firma dell'armistizio di Villa Giusti tra Italia e Austria-Ungheria
L'abdicazione dell'imperatore tedesco e la firma dell'armistizio portarono alla fine della guerra e alla nascita di nuove repubbliche