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L'imperialismo europeo in Africa

L'imperialismo del XIX e XX secolo trasformò l'Africa e il mondo con la spartizione del continente tra le potenze europee. Questo processo fu guidato da motivazioni economiche, politiche e ideologiche, e si concretizzò con la Conferenza di Berlino, lasciando un'eredità di conflitti e dipendenza economica.

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1

Periodo imperialismo europeo e globale

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Fine XIX - inizio XX secolo.

2

Metodi di controllo imperialista

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Annessione diretta, protettorati, sfere di influenza.

3

Nuovi attori imperialisti

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USA e Giappone si uniscono alle potenze europee nell'espansione coloniale.

4

L'______ richiedeva materie prime e nuovi mercati per prevenire crisi di ______.

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industrializzazione sovrapproduzione

5

Teatro principale competizione imperialista

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L'Africa fu il fulcro della rivalità tra le potenze europee per il controllo delle risorse e posizioni strategiche.

6

Metodi di penetrazione europea in Africa

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Inizialmente attraverso esplorazioni e missioni umanitarie, poi con spedizioni militari e conquista diretta.

7

Stati africani indipendenti post-colonizzazione

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Dopo la colonizzazione, Etiopia e Liberia furono gli unici paesi a mantenere la loro sovranità.

8

Per evitare scontri armati tra le potenze europee in , si tenne la ______ (-______), con la partecipazione di ______ nazioni.

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Africa Conferenza di Berlino 1884 1885 quattordici

9

Confini artificiali in Africa

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Potenze coloniali disegnarono confini senza considerare etnie/culture, causando conflitti futuri.

10

Riorientamento economie locali

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Colonialismo indirizzò economie africane verso esportazione risorse e colture per metropoli, non per bisogni locali.

11

Infrastrutture e tecnologia coloniali

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Miglioramenti introdotti principalmente per interessi colonizzatori, lasciando dipendenza e disuguaglianze post-coloniali.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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L'ascesa dell'Imperialismo tra Ottocento e Novecento

Tra il XIX e il XX secolo, le potenze europee, insieme a nuovi attori come gli Stati Uniti e il Giappone, intrapresero un'intensa espansione coloniale. Questo fenomeno, noto come imperialismo, fu guidato da una combinazione di fattori economici, politici e ideologici. Le nazioni industrializzate, sfruttando il loro avanzamento tecnologico e militare, estesero il loro dominio su vasti territori in Asia, Africa e Oceania. L'imperialismo si manifestò attraverso la diretta annessione di territori o tramite forme di controllo indiretto, come il protettorato e la sfera di influenza, con l'obiettivo di accrescere la propria potenza e prosperità nazionale.
Tramonto africano con baobab e tre esploratori in abiti coloniali, strumenti di navigazione in primo piano e fauna selvatica sullo sfondo.

Le forze motrici dell'imperialismo

L'espansione imperialista fu alimentata da una serie di motivazioni interconnesse. L'industrializzazione richiedeva un costante approvvigionamento di materie prime, come minerali e prodotti agricoli, e la ricerca di nuovi mercati per i beni prodotti, al fine di prevenire crisi di sovrapproduzione. Il nazionalismo, inoltre, giocò un ruolo cruciale, poiché le nazioni europee cercavano di affermare la propria grandezza attraverso l'acquisizione di imperi coloniali. In aggiunta, le ideologie razziste e il senso di superiorità culturale giustificavano la dominazione e l'assoggettamento dei popoli non europei, spesso sotto il pretesto di una missione civilizzatrice.

Il continente africano nel mirino dell'imperialismo

L'Africa divenne il teatro principale della competizione imperialista, attirando l'attenzione delle potenze europee per le sue ricchezze naturali e la posizione strategica. La penetrazione europea iniziò con esplorazioni scientifiche e missioni umanitarie, ma presto assunse un carattere più aggressivo con l'arrivo di spedizioni militari. La superiorità tecnologica europea, in particolare nell'armamento, permise una rapida conquista del continente, nonostante la resistenza di alcuni popoli africani. Alla fine del processo di colonizzazione, solo l'Etiopia e la Liberia mantennero la loro indipendenza.

La spartizione dell'Africa e la Conferenza di Berlino

Le rivalità tra le potenze europee per il controllo dell'Africa rischiarono di sfociare in conflitti armati. Per prevenire ciò, fu convocata la Conferenza di Berlino (1884-1885), che vide la partecipazione di quattordici nazioni. Durante la conferenza, fu stabilito un insieme di regole per la spartizione del continente, basate sul controllo effettivo dei territori. Questo portò alla creazione di confini artificiali che spesso dividevano gruppi etnici e culturali omogenei, gettando le basi per futuri conflitti.

Le conseguenze del colonialismo in Africa

Il colonialismo ebbe un impatto duraturo sull'Africa, alterando irrevocabilmente la sua struttura politica, economica e sociale. I confini tracciati dalle potenze coloniali ignoravano le realtà etniche e culturali, seminando i semi di conflitti etnici e nazionali. Le economie locali furono riorientate per soddisfare le esigenze delle metropoli, con l'introduzione di colture commerciali e l'estrazione di risorse naturali. Sebbene il colonialismo abbia introdotto alcuni miglioramenti infrastrutturali e tecnologici, questi beneficiarono principalmente i colonizzatori e lasciarono un'eredità di dipendenza economica e disuguaglianza che continua a influenzare il continente.