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L'ingresso dell'Italia nella Seconda Guerra Mondiale segnò una svolta per la politica estera e interna del paese. Dalla neutralità iniziale alla guerra contro Francia e Regno Unito, le campagne militari espose le debolezze dell'esercito italiano. Le conseguenze furono gravi: perdita di autonomia militare, intensificazione delle persecuzioni contro gli ebrei e, infine, la caduta del regime fascista.
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L'Italia adottò una politica di neutralità all'inizio della Seconda Guerra Mondiale, in linea con gli obblighi del Patto d'Acciaio con la Germania
Dichiarazione di guerra a Francia e Regno Unito
Mussolini, mirando a un'espansione territoriale, dichiarò guerra a Francia e Regno Unito nel 1940
Dipendenza dalla Germania
I successi tedeschi e la richiesta di Hitler di maggiore coordinamento portarono a una crescente dipendenza dell'Italia dalla Germania
Persecuzioni e leggi razziali
Il regime fascista intensificò le persecuzioni e istituì campi d'internamento per gli ebrei
Collaborazione con i nazisti
Con l'occupazione tedesca, iniziò la collaborazione nella deportazione degli ebrei verso i campi di sterminio
Le operazioni militari iniziali rivelarono le carenze dell'esercito italiano
Invasione dell'Unione Sovietica
L'invasione costò la vita a decine di migliaia di soldati italiani
Sconfitte in Nord Africa
Le sconfitte minarono ulteriormente la posizione dell'Italia nel conflitto
La caduta del regime fascista e la firma dell'armistizio segnarono una svolta nella guerra
La Resistenza intensificò la lotta contro l'occupazione tedesca e il fascismo, mentre gli Alleati liberavano il Sud
La guerra lasciò il paese in rovina, con un bilancio di circa mezzo milione di vittime e la responsabilità ricadde sul regime fascista e sull'alleato tedesco