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I rituali e le formule sacre dell'antica Roma, come la devotio dei Feziali e il carmen Saliare dei Salii, riflettevano la spiritualità e la cultura romana. Queste pratiche, che includevano anche i riti di fertilità dei fratres Arvales e la poesia celebrativa, erano fondamentali per la società romana, influenzando la vita pubblica e privata e contribuendo alla memoria collettiva.
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I Feziali erano un importante collegio sacerdotale incaricato di gestire le procedure diplomatiche e religiose legate ai trattati di alleanza e alle dichiarazioni di guerra
I Feziali dovevano seguire un codice di condotta molto rigoroso nel loro ruolo di sacerdoti
Consacrazione agli dei inferi
Durante il rito della Devotio, un comandante romano si consacrava agli dei inferi, offrendo la propria vita e quella dei nemici per garantire la vittoria in battaglia
Formule sacre
Durante il rito della Devotio, venivano recitate formule sacre che invocavano gli dei a favore delle legioni romane
I Salii erano sacerdoti di Marte e Quirino, divinità romane della guerra e della fondazione di Roma
Il Carmen Saliare era un inno sacro recitato dai Salii durante le celebrazioni del mese di marzo dedicato a Marte
Durante il Tripudium, i Salii eseguivano una danza armata simbolica per prepararsi alla guerra
I fratres Arvales erano un collegio sacerdotale incaricato di recitare il Carmen Arvale per propiziare la fertilità dei campi e la prosperità dell'agricoltura
Durante la festa degli Ambarvalia, i fratres Arvales effettuavano sacrifici e processioni per purificare i campi
Il Carmen Arvale era un inno di purificazione recitato durante gli Ambarvalia per proteggere i campi e le colture
Nella religione romana, il pater familias recitava poesie sacre durante le cerimonie domestiche rivolte ai Lari e ai Penati, divinità protettrici del focolare e della dispensa
La poesia celebrativa romana aveva il compito di commemorare e onorare figure importanti attraverso vari generi come canti funebri, canti da banchetto e canti di trionfo
La poesia celebrativa contribuiva a consolidare la memoria collettiva e a formare il mito degli antenati nella cultura romana