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L'iconoclastia e la critica platonica dell'arte come mimesi sono centrali nella comprensione della storia culturale. Platone vede l'arte come distante dalla verità, mentre Seneca e Cicerone valorizzano la capacità umana di riflettere il divino. La statua di Zeus di Fidia esemplifica l'arte che trascende la natura.
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L'iconoclastia è la distruzione di immagini sacre per evitare il rischio di idolatria
La pratica dell'iconoclastia è stata particolarmente rilevante durante la crisi iconoclasta nell'Impero Bizantino
L'iconoclastia si basa sulla convinzione che le immagini sacre possano essere erroneamente venerate, distogliendo l'attenzione dal vero oggetto di culto
Platone considera l'arte come una forma di mimesis, ovvero imitazione della realtà, e la critica per la sua capacità di influenzare emotivamente e moralmente l'individuo
Platone propone una censura dell'arte nella sua città ideale, privilegiando la ricerca della verità attraverso la filosofia e l'educazione razionale
Platone distingue tra immagini che riflettono la verità delle Forme e immagini ingannevoli che allontanano dalla realtà
Platone considera la poesia e la pittura come forme di eikasia, ovvero immaginazione, che possono confondere e ingannare l'individuo, allontanandolo dalla comprensione della verità e del bene