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Lorenzo Ghiberti, scultore del Rinascimento, emerge come critico d'arte nei suoi 'Commentarii', dove analizza stili e tecniche, influenzando la rappresentazione spaziale e la narrazione visiva. La sua opera, inclusa la Porta del Paradiso, riflette la sua ricerca di profondità e la comprensione ottica, elementi che hanno segnato un'epoca nella storia artistica.
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Ghiberti offre osservazioni dettagliate e un linguaggio critico innovativo, coniando termini come "arte nuova" per descrivere lo stile emergente del Rinascimento
Comprensione delle tecniche e degli stili
Ghiberti dimostra una profonda comprensione delle tecniche e degli stili nelle sue analisi delle opere d'arte
Discernimento tra le diverse "maniere" artistiche
La capacità di Ghiberti di discernere tra le diverse "maniere" artistiche si riflette nelle sue analisi delle opere d'arte
Ghiberti ammira la capacità di Ambrogio Lorenzetti di rappresentare azioni simultanee in un'unica scena, un metodo che egli stesso adotta nelle sue opere
Ghiberti si distingue per la sua acuta analisi delle maniere artistiche, riconoscendo e descrivendo le peculiarità di ciascuna
Adesione alla "maniera antica, cioè greca"
Ghiberti ammira le qualità di Pietro Cavallini e Duccio di Buoninsegna, pur notando la loro adesione alla "maniera antica, cioè greca"
Ghiberti mette in discussione la valutazione di Petrarca su Maestro Simone, preferendo Ambrogio Lorenzetti per la sua erudizione e capacità narrativa
Ghiberti si concentra sull'importanza della verosimiglianza e della percezione ottica dello spettatore nella descrizione delle sue opere d'arte
Ghiberti utilizza un sistema di proporzioni per guidare l'occhio nello spazio pittorico e permettere di percepire la profondità nelle sue opere, come dimostrato dalle porte del Battistero di Firenze
Ghiberti dimostra una comprensione sofisticata della rappresentazione spaziale, incorporando alcuni principi della prospettiva matematica di Filippo Brunelleschi e Leon Battista Alberti
Il terzo "Commentario" di Ghiberti rappresenta un tentativo di fondare una teoria artistica basata sulle proprietà della luce e sulla visione
Ghiberti adotta un approccio visivo, piuttosto che matematico, nella sua teoria dell'arte, interessandosi agli esperimenti e alle definizioni legate alla percezione visiva
L'interesse di Ghiberti per la percezione visiva si manifesta nelle sue opere, dove la comprensione della luce e dell'ombra è essenziale per creare effetti di profondità e volume
Nella sua autobiografia, Ghiberti si concentra sulle sue realizzazioni artistiche e sulle motivazioni che hanno guidato il suo percorso creativo
Ghiberti si considera erede della tradizione artistica iniziata da Giotto e mira a trasmettere la sua esperienza attraverso la scrittura
Ghiberti enfatizza l'importanza dell'amore per l'arte al di sopra del guadagno materiale e sottolinea l'importanza di un'etica e di una poetica nell'arte