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La Morfologia del Nome: Classificazione e Variabilità

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La morfologia del nome in italiano comprende categorie come nomi invariabili, difettivi e sovrabbondanti, oltre alla struttura dei nomi primitivi, derivati e composti. Questa analisi è fondamentale per la concordanza grammaticale e la chiarezza comunicativa.

La Morfologia del Nome: Classificazione e Variabilità

La morfologia del nome è una branca della grammatica che si dedica allo studio delle forme e delle variazioni dei nomi nella lingua italiana. I nomi possono essere distinti in base alla loro variabilità in categorie quali nomi invariabili, difettivi e sovrabbondanti. I nomi invariabili sono quelli che non subiscono variazioni nella forma tra singolare e plurale, e il numero è generalmente indicato dall'articolo o dal contesto della frase. Esempi di nomi invariabili sono quelli che terminano in una vocale accentata (es. "la città", "le città"), in "-i" (es. "la crisi", "le crisi"), in consonante (es. "il bar", "i bar"), alcuni nomi maschili che terminano in "-a" (es. "il sosia", "i sosia") e alcuni nomi femminili che terminano in "-o" (es. "la radio", "le radio"). Altri esempi includono nomi monosillabici (es. "il re", "i re") e alcuni nomi propri (es. "Giovanni", al singolare e al plurale).
Blocchi di legno colorati in forme geometriche diverse disposti su superficie neutra, alcuni impilati ordinatamente, altri sparsi casualmente.

Nomi Difettivi e Sovrabbondanti: Uso e Esempi

I nomi difettivi sono quei termini che vengono utilizzati esclusivamente al singolare o al plurale. Tra i nomi difettivi al singolare troviamo concetti astratti (es. "la virtù"), malattie (es. "il morbillo"), mesi e festività (es. "Natale"), elementi chimici (es. "l'ossigeno"), alimenti non numerabili (es. "il riso") e nomi geografici unici (es. "l'Everest"). I nomi difettivi al plurale includono oggetti che sono naturalmente composti da due parti (es. "le forbici"), termini che indicano una pluralità intrinseca (es. "le vivande") o parole di origine latina (es. "le ferie"). I nomi sovrabbondanti, d'altra parte, presentano due o più forme al plurale, talvolta con significati diversi; ad esempio, "braccio" può diventare "bracci" per indicare le estremità superiori del corpo, o "braccia" per riferirsi alle estremità di un fiume.

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00

Nomi invariabili

Nomi che non cambiano tra singolare e plurale; numero indicato da articolo o contesto.

01

Esempi di nomi invariabili

Terminano in vocale accentata, '-i', consonante; maschili in '-a', femminili in '-o'.

02

Nomi monosillabici e propri invariabili

Monosillabi (es. 're') e alcuni propri (es. 'Giovanni') invariabili in numero.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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