I sofisti, maestri del V secolo a.C. ad Atene, hanno rivoluzionato l'educazione e il pensiero con la loro retorica e il relativismo. Figure come Protagora e Gorgia hanno influenzato la filosofia morale, l'arte del discorso e la critica sociale, promuovendo un sapere pragmatico e un approccio critico verso la verità e la giustizia.
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I sofisti si differenziavano dai filosofi naturalisti precedenti per il loro interesse verso la retorica, l'etica e la politica
I sofisti offrivano i loro insegnamenti a pagamento, contrariamente ai filosofi precedenti che li offrivano gratuitamente
I sofisti credevano che attraverso l'educazione e l'arte della parola, i cittadini potessero migliorare la loro partecipazione alla vita democratica della polis
Protagora sosteneva che la conoscenza è soggettiva e dipendente dalla percezione individuale, riflettendo il suo famoso detto "L'uomo è misura di tutte le cose"
Nonostante il relativismo, Protagora riconosceva l'importanza del consenso comunitario per la convivenza civile
Gorgia sosteneva che nulla esiste in modo assoluto e che la comunicazione della verità è problematica, ma riconosceva il potere della retorica nel persuadere e influenzare l'opinione pubblica
I sofisti vedevano la storia come un processo di evoluzione e miglioramento delle capacità umane, sia tecnologiche che politiche
I sofisti mettevano in luce l'origine antropocentrica delle credenze religiose, suggerendo che fossero costruzioni umane piuttosto che rivelazioni divine
I sofisti consideravano le leggi come convenzioni sociali, create per organizzare la convivenza e risolvere i conflitti, piuttosto che emanazioni di una giustizia trascendente
I sofisti hanno sviluppato e insegnato tecniche di argomentazione avanzate, come l'antilogica e l'eristica, che hanno contribuito a una maggiore consapevolezza del potere del linguaggio nella costruzione del pensiero e dell'identità culturale
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