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L'evoluzione del fascismo, da movimento politico italiano post-prima guerra mondiale a fenomeno internazionale, ha visto diverse interpretazioni storiche. Il fascismo italiano, analizzato da Renzo De Felice, si divide in 'movimento' e 'regime', con un impatto che varia da nazione a nazione. Il dibattito storiografico si concentra sulle sue manifestazioni totalitarie e sulle caratteristiche ideologiche e organizzative.
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Il fascismo era inizialmente visto come un movimento nazionale di rinnovamento legato alla crisi post-prima guerra mondiale
Con l'ascesa di regimi simili in altre parti d'Europa, la percezione del fascismo si è estesa a livello internazionale
Il fascismo è stato interpretato come una risposta della borghesia al socialismo e come una deviazione patologica della politica europea
Alcune teorie suggeriscono che il fascismo fosse particolarmente radicato in nazioni come Italia e Germania, che non avevano ancora pienamente integrato i principi del liberalismo
La varietà delle sue manifestazioni ha reso difficile una definizione univoca del fascismo
Il fascismo si è diffuso in diverse incarnazioni, ognuna con peculiarità legate al contesto nazionale in cui si è sviluppata
Il fascismo italiano è stato analizzato in profondità dallo storico Renzo De Felice, che ha identificato due fasi distinte: il "fascismo movimento" e il "fascismo regime"
La bipartizione del fascismo italiano sottolinea la sua complessità, che non può essere ridotta a una singola definizione
Il fascismo regime emerse da un compromesso tra Benito Mussolini, le istituzioni tradizionali e le élite del precedente regime liberale
Il fascismo si è manifestato come un movimento di massa che mirava al monopolio del potere politico e alla distruzione della democrazia parlamentare
Il fascismo era fondato su una cultura della volontà di potenza e su una visione totalitaria della politica
Il fascismo si caratterizzava per un apparato di polizia repressivo, un partito unico, l'integrazione tra partito e Stato, un'economia direzionata verso il corporativismo e una politica estera aggressiva e espansionistica