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Primo Levi, chimico e scrittore italiano di fede ebraica, fu arrestato nel 1943 e deportato ad Auschwitz. Questo racconto dettaglia la sua cattura, la vita nel campo di Fossoli e il tragico viaggio in treno verso il campo di sterminio, simbolo dell'Olocausto e della persecuzione degli ebrei.
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Primo Levi, chimico italiano di fede ebraica, fu arrestato il 13 dicembre 1943 dalla Milizia fascista
A causa delle leggi razziali fasciste, Levi era già stato marginalizzato prima del suo arresto
Primo Levi si unì alla Resistenza, affiliandosi al movimento "Giustizia e Libertà"
Nel campo di Fossoli si trovavano circa 150 ebrei italiani, famiglie intere, prigionieri jugoslavi e altri stranieri
Il 21 febbraio 1944 fu annunciato che tutti gli ebrei sarebbero stati deportati il giorno seguente
La notte prima della deportazione, gli internati si prepararono al viaggio impacchettando cibo e oggetti personali
I deportati furono trasportati in camion alla stazione di Carpi, dove un treno con vagoni merci li attendeva
Stipati nei vagoni chiusi, i prigionieri soffrirono per la mancanza di acqua, il freddo e la fame durante il viaggio
Attraversando il Brennero, i deportati presero coscienza della loro destinazione finale: Auschwitz