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Francesco Borromini, con San Carlo alle Quattro Fontane, crea un capolavoro barocco che unisce spazio e luce. La chiesa e il convento riflettono l'ingegnosità dell'architetto nell'ottimizzare spazi ristretti e nell'integrare simbolismo religioso con innovazioni architettoniche, come la facciata ondulata e la cupola ovale.
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Nel 1634, l'architetto Francesco Borromini ottenne il suo primo incarico importante per la progettazione del complesso di San Carlo alle Quattro Fontane a Roma
Il complesso comprendeva un monastero e una chiesa, entrambi progettati da Borromini per l'ordine dei Trinitari Scalzi
La costruzione iniziò nel 1634 con il convento, seguita dalla chiesa nel 1638 e la consacrazione nel 1646, sebbene la facciata fosse completata postuma dal nipote di Borromini nel 1677
Borromini affrontò con maestria la sfida di progettare il convento in uno spazio ristretto e di forma irregolare, garantendo tranquillità e isolamento dal traffico esterno
Borromini studiò attentamente la disposizione e l'orientamento degli edifici per ottimizzare gli spazi disponibili, collocando il refettorio al piano terra, il dormitorio al primo piano e la biblioteca al secondo
Grazie alla sua competenza tecnica e all'uso intelligente dei materiali, Borromini riuscì a ridurre i costi di costruzione mantenendo uno stile austero per le parti residenziali e le facciate secondarie
Il chiostro del convento di San Carlo alle Quattro Fontane rappresenta un esempio di transizione tra la semplicità del convento e la complessità della chiesa, con un portico rettangolare e angoli smussati che superano la rigidità degli angoli retti tipici dei cortili rinascimentali
Il chiostro è articolato su due livelli, con un portico rettangolare al piano inferiore e una croce greca emergente al piano superiore
Borromini reinterpretò gli ordini classici con capitelli tuscanici semplificati e una balaustra che alterna elementi triangolari, creando un effetto di varietà e movimento nello spazio del chiostro
La chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane rappresenta un'innovativa fusione di forme centrali e longitudinali, con una pianta ovale sormontata da una cupola su pennacchi
L'interno della chiesa è caratterizzato da un'articolazione spaziale che va dalla complessità alla semplicità, con colonne corinzie e pareti ondulate al livello inferiore, una croce greca emergente al livello intermedio e una cupola ovale che culmina con un oculo simbolo della luce divina
L'architettura di Borromini è intrisa di simbolismo, con una progressione verticale che simboleggia l'ascesa dall'umano al divino e elementi decorativi che sottolineano l'identità dell'ordine committente
La facciata di San Carlo alle Quattro Fontane è celebre per il suo profilo ondulato e la divisione in due registri scanditi da una trabeazione
La facciata anticipa il dinamismo degli spazi interni della chiesa, con un ingresso centrale flanqueado da nicchie e statue al piano inferiore e un motivo ondulatorio che prosegue al piano superiore
Il grande cornicione che corona la facciata unisce complessità scultorea e coerenza architettonica, testimoniando la capacità di Borromini di integrare scultura e architettura in un unico linguaggio espressivo