L'ascesa al potere di Filippo II e la centralità dell'Escorial

L'ascesa al potere di Filippo II e la centralità dell'Escorial

Filippo II di Spagna, figlio di Carlo V, ereditò un impero su cui "non tramontava mai il sole", che comprendeva vasti territori in Europa, America, Asia e Africa. La sua ascesa al potere nel 1556 segnò l'inizio di un regno che avrebbe cercato di consolidare la potenza spagnola a livello mondiale. Filippo scelse come sua residenza principale il Monastero di San Lorenzo del Escorial, un imponente complesso architettonico situato nei pressi di Madrid, che rifletteva la potenza e la religiosità del sovrano. L'Escorial, oltre ad essere un monastero, fungeva da palazzo reale, biblioteca, mausoleo e centro amministrativo dell'impero. Da qui, Filippo II esercitava il suo potere centralizzato, coordinando le attività dei suoi vasti domini attraverso una rete di corrieri che gli permettevano di rimanere costantemente informato e di prendere decisioni politiche ed economiche.

La politica di unificazione religiosa e le persecuzioni

Il regno di Filippo II fu segnato da una ferrea politica di unificazione religiosa, che mirava a consolidare il cattolicesimo come unica fede nei suoi domini. Questa politica si tradusse in una serie di misure repressive contro le minoranze religiose, in particolare contro ebrei e musulmani, che furono costretti a convertirsi o ad abbandonare i territori spagnoli. L'Inquisizione spagnola, strumento di controllo e di repressione, intensificò la sua attività contro i conversos (ebrei e musulmani convertiti al cristianesimo) sospettati di praticare ancora la loro religione originaria. La discriminazione basata sulla "limpieza de sangre" (purezza del sangue) colpì anche i discendenti di queste minoranze, che venivano esclusi da cariche pubbliche e onori sociali. La persecuzione religiosa si estese anche ai protestanti, in particolare nei Paesi Bassi, dove le tensioni sfociarono in una violenta rivolta contro il dominio spagnolo.