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Storia e Architettura della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo

La Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, situata a Ravenna, è un monumento chiave dell'arte paleocristiana, costruita nel VI secolo da Teodorico il Grande. Originariamente ariana, fu trasformata in cattolica dopo la conquista bizantina. I suoi mosaici, che includono le processioni dei martiri e delle vergini, sono esempi eccezionali dell'arte bizantina e testimoniano la transizione religiosa e artistica dell'epoca.

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1

Epoca di costruzione della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo

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Costruita nel VI secolo, intorno al 505.

2

Stile architettonico della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo

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Pianta basilicale con tre navate, colonne e archi a tutto sesto.

3

Influenza artistica sui materiali della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo

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Influenza bizantina, materiali come marmo proconnesio importati da Costantinopoli.

4

Cambiamenti post-riconquista bizantina della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo

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Riconsacrata al culto cattolico, mosaici ariani sostituiti/modificati per riflettere la fede ortodossa.

5

Durante il regno di ______, furono creati mosaici originali di natura ______, con rappresentazioni di palazzi e figure regali.

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Teodorico ariana

6

Dopo la conquista ______, i mosaici furono modificati per allinearsi alla dottrina ______ ortodossa.

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bizantina cattolica

7

Le processioni dei ______ e delle ______ sono tra i mosaici più notevoli e conducono lo sguardo verso il mosaico di ______ in trono.

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martiri vergini Cristo

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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Storia e Architettura della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo

La Basilica di Sant'Apollinare Nuovo è un capolavoro dell'arte paleocristiana situato a Ravenna, Italia. Fu costruita nel VI secolo, precisamente intorno al 505, per ordine del re ostrogoto Teodorico il Grande. Inizialmente dedicata al culto ariano, la basilica rifletteva le convinzioni religiose degli Ostrogoti, che differivano da quelle della Chiesa cattolica romana. La basilica era situata in prossimità della reggia di Teodorico, il che suggerisce che potesse servire come cappella palatina. L'edificio presenta una pianta basilicale con tre navate, separate da colonne e capitelli che sostengono archi a tutto sesto. Il nartece, spazio riservato ai catecumeni, precede l'ingresso principale. La navata centrale conduceva originariamente a un'abside semicircolare all'interno e poligonale all'esterno, elemento che non si è conservato fino ai giorni nostri. Le colonne, sormontate da capitelli e pulvini in marmo proconnesio, testimoniano l'influenza bizantina e l'importazione di materiali da Costantinopoli. Dopo la riconquista bizantina di Ravenna, avvenuta nel 540 sotto l'imperatore Giustiniano, la basilica fu riconsacrata al culto cattolico. In questo periodo, il vescovo Agnello promosse la sostituzione o la modifica dei mosaici ariani originari con nuove opere che riflettevano la fede ortodossa.
Interno basilica con mosaici dorati e figure cerimoniali su pareti, colonne marmoree con capitelli corinzi e pavimento in marmo lucido.

I Mosaici della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo

I mosaici della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo rappresentano uno degli esempi più significativi dell'arte bizantina in Italia. Queste opere d'arte risalgono a due periodi distinti: il periodo ostrogoto e il periodo bizantino. I mosaici originali, realizzati durante il regno di Teodorico, erano di natura ariana e includevano rappresentazioni di palazzi e figure regali. Dopo la conquista bizantina, molti di questi mosaici furono alterati o sostituiti per riflettere la dottrina cattolica ortodossa. Tra i mosaici più notevoli vi sono le processioni dei martiri e delle vergini, che si estendono lungo le pareti della navata centrale e conducono lo sguardo verso l'abside, dove si trova il mosaico di Cristo in trono, circondato da angeli e santi. Questi mosaici sono noti per la loro vivacità cromatica e per la raffinatezza delle figure, che sono rappresentate con un senso di movimento e profondità spaziale. La loro conservazione è di fondamentale importanza per lo studio dell'arte paleocristiana e bizantina, offrendo una testimonianza visiva della transizione tra le due ere e delle pratiche devozionali dell'epoca.