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L'Impero Russo del XIX secolo, multietnico e arretrato, si evolve con l'industrializzazione e i movimenti socialisti. La Rivoluzione del 1905 e quella del 1917 segnano una svolta, culminando nell'ascesa di Stalin e nella radicale trasformazione dell'URSS in potenza industriale mondiale.
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L'Impero Russo ospitava una popolazione multietnica e diverse minoranze che spesso aspiravano all'autonomia, creando un clima di tensione e malcontento
La società era dominata da un'economia agraria arcaica, con una rigida struttura di classi che perpetuava profonde disuguaglianze sociali
Verso la fine del XIX secolo, l'Impero Russo vide la nascita di un movimento socialista e la divisione tra bolscevichi e menscevichi, con differenti approcci alla rivoluzione
Verso la fine del XIX secolo, l'Impero Russo iniziò un processo di industrializzazione per ridurre il divario con le nazioni occidentali, con un notevole aumento della produzione industriale
L'industrializzazione portò alla formazione di una classe operaia e alla nascita di movimenti socialisti, come il Partito Operaio Socialdemocratico Russo
La divisione tra bolscevichi e menscevichi, con differenti approcci alla rivoluzione, portò a tensioni interne nel movimento socialista
La sconfitta nella guerra russo-giapponese del 1905 fu un catalizzatore per il malcontento sociale che culminò nella Rivoluzione del 1905
Nonostante la creazione della Duma, le tensioni sociali non si placarono e si acuirono con la Prima Guerra Mondiale
La Rivoluzione di Febbraio del 1917 portò alla caduta dello zar e all'istituzione di un governo provvisorio, ma la divisione tra governo e soviet preparò il terreno per la Rivoluzione d'Ottobre
Dopo la devastante guerra civile, Lenin introdusse la Nuova Politica Economica (NEP) per stimolare la ripresa economica
Dopo la morte di Lenin, si scatenò una lotta per la successione tra Stalin e Trockij, con differenti visioni sul futuro dell'URSS
Stalin consolidò il suo potere e avviò una serie di riforme radicali per trasformare l'URSS in una potenza industriale, abolendo la NEP e introducendo la collettivizzazione forzata delle terre e la pianificazione centralizzata dell'economia