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L'ascesa dei Comuni nell'Italia medievale segna un'epoca di autonomia urbana e di potere borghese. Tra XI e XIII secolo, città come Firenze vedono l'emergere di consoli, podestà e il popolo grasso, delineando la struttura politica e sociale che caratterizzerà l'Europa.
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Durante l'XI e il XII secolo, l'Europa conobbe un periodo di rinascita economica che portò allo sviluppo urbano
Crescita delle attività commerciali
La crescita delle attività commerciali stimolò la nascita dei Comuni in risposta alla necessità di autogestione
Necessità di organizzare la difesa
La necessità di organizzare la difesa contro le minacce esterne fu un altro fattore che portò alla nascita dei Comuni
La migrazione dei nobili dalle campagne alle città contribuì all'emergenza dei Comuni come entità autonome
Sostituzione delle autorità feudali
I governi comunali si formarono sostituendo le autorità feudali preesistenti, come vescovi, conti e sovrani
Funzioni dei consoli
I consoli, eletti dalla comunità cittadina, avevano funzioni di governo, giudiziarie e militari
I Comuni si affermarono come associazioni di cittadini che miravano a difendere i propri interessi economici e politici
Molti Comuni adottarono la figura del podestà, un magistrato esterno incaricato di amministrare la giustizia e di comandare le forze armate comunali
Aumento della rilevanza del ceto borghese
Nel XIII secolo, il ceto borghese, composto da artigiani e commercianti, acquisì maggiore rilevanza nella vita politica comunale
Controllo del governo da parte del "popolo"
In alcune città, come Firenze, il "popolo" riuscì a ottenere il controllo del governo, mentre altrove venne istituita la figura del capitano del popolo
Verso la fine del XIII secolo, il "popolo grasso", costituito da banchieri e commercianti influenti, consolidò il proprio potere dominando la scena politica comunale
A causa di una diversa densità urbana e di una storia politica caratterizzata da dominazioni straniere, il sud Italia rimase marginale al fenomeno dei Comuni
In Europa, le città si autogovernarono principalmente attraverso corporazioni di artigiani e mercanti, senza raggiungere il livello di autonomia delle città-stato italiane
Mentre in Europa la nobiltà mantenne il proprio potere nelle aree rurali, in Italia la nobiltà urbana partecipò attivamente alla vita politica delle città e cercò di estendere la propria influenza anche nelle campagne circostanti