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La Marcia su Roma e l'ascesa di Mussolini nel 1922 segnano l'inizio del regime fascista. Dopo la crisi politica e l'omicidio Matteotti, il regime consolida il potere, limitando le libertà e favorendo la borghesia.
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La situazione in Italia nel 1922 era caratterizzata da una profonda crisi politica e sociale
Il leader del Partito Nazionale Fascista, Benito Mussolini, sfruttò il malcontento popolare e la paura del comunismo per ottenere il potere
Il 28 ottobre 1922, migliaia di fascisti marciarono su Roma per prendere il potere
Dopo la Marcia su Roma, il re Vittorio Emanuele III invitò Mussolini a formare un nuovo governo
Mussolini istituì un governo di coalizione per presentarsi come un leader moderato e inclusivo
Mussolini utilizzò la violenza squadrista per intimidire e sopprimere l'opposizione politica
Nel gennaio 1923, Mussolini istituì il Gran Consiglio del Fascismo come principale strumento di potere politico del regime
Le squadre d'azione fasciste furono trasformate nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, un corpo paramilitare che rafforzò ulteriormente il controllo del regime sul territorio
Mussolini promosse la legge elettorale Acerbo per garantire una maggioranza schiacciante ai fascisti nelle elezioni del 1924
L'omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti nel 1924 provocò una profonda crisi politica e un'ondata di indignazione in tutto il paese
In risposta all'omicidio di Matteotti, l'opposizione parlamentare intraprese la "secessione dell'Aventino" per delegittimare il regime
Mussolini intensificò la censura sulla stampa e limitò le libertà civili, trasformando lo Stato in una dittatura
Il ministro delle Finanze, Alberto De Stefani, attuò una serie di riforme liberiste per stimolare l'investimento privato e l'espansione economica
Il regime fascista cercò di stabilire relazioni commerciali vantaggiose con altre nazioni per favorire l'espansione economica
Nonostante la crescita economica, il periodo fu caratterizzato da tensioni e contraddizioni interne