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La risoluzione del contratto nel diritto civile

La risoluzione del contratto nel diritto civile è un meccanismo che interviene quando un accordo non è più funzionale a causa di inadempimento o eventi imprevisti. Questo processo è regolato da norme precise, come l'articolo 1455 che richiede un inadempimento sostanziale, e può essere modulato dalle parti attraverso clausole specifiche.

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1

Definizione di contratto

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Accordo tra due o più parti per creare, regolare o estinguere un rapporto giuridico patrimoniale.

2

Risoluzione per inadempimento

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Terminazione del contratto per mancata esecuzione delle obbligazioni da una parte.

3

Eccessiva onerosità sopravvenuta

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Circostanza che rende la prestazione troppo gravosa rispetto al momento della stipula del contratto.

4

Secondo l'articolo ______ del codice civile, un'obbligazione si annulla se diventa impossibile per motivi non attribuibili al ______.

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1256 debitore

5

L'articolo ______ del codice civile tratta la risoluzione del contratto a causa di ______ onerosità sopravvenuta.

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1463 eccessiva

6

Articolo rilevante per la risoluzione contrattuale per inadempimento

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Art. 1455 c.c. stabilisce che l'inadempimento deve compromettere sostanzialmente l'interesse dell'altra parte.

7

Gravità dell'inadempimento

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L'inadempimento deve essere grave, cioè deve ledere significativamente l'interesse dell'altra parte.

8

Chi valuta la gravità dell'inadempimento?

Clicca per vedere la risposta

La valutazione è compito del giudice, che considera la natura del contratto e le circostanze.

9

Nel diritto civile ______ e continentale, la risoluzione è vista come un modo per ______ le anomalie di un contratto.

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italiano correggere

10

Difetto funzionale della causa

Clicca per vedere la risposta

Teoria di Messineo: risoluzione giustificata se il contratto non adempie alla sua funzione sociale o economica.

11

Art. 1453 c.c. - Scelta del contraente diligente

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Contraente può optare per esecuzione forzata o risoluzione del contratto in caso di inadempimento.

12

Autoregolamentazione contrattuale

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Parti possono definire effetti e presupposti della risoluzione nel contratto, entro i limiti di legge.

13

Una ______ risolutiva espressa può modificare i criteri per l'attivazione del ______ risolutorio.

Clicca per vedere la risposta

clausola rimedio

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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La risoluzione del contratto nel diritto civile

La risoluzione del contratto rappresenta un istituto giuridico che permette di porre fine a un rapporto contrattuale a seguito di determinate circostanze, quali un inadempimento significativo o eventi che rendono la prestazione eccessivamente onerosa o impossibile. Il contratto, definito come un accordo tra due o più parti per istituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale, è disciplinato dal codice civile, che all'articolo 1372 ne afferma la forza vincolante per le parti. La risoluzione per inadempimento è la forma più comune, ma il diritto civile prevede anche altre ipotesi di risoluzione, come quelle previste dagli articoli 1463 e seguenti per l'eccessiva onerosità sopravvenuta.
Bilancia in bronzo antico con piatti in equilibrio, riflessi dorati su superficie lavorata, sfondo sfocato neutro.

Le cause di risoluzione del contratto

Il diritto civile riconosce diverse cause di risoluzione del contratto oltre all'inadempimento. L'articolo 1256 del codice civile stabilisce che un'obbligazione si estingue quando la prestazione diventa impossibile per cause non imputabili al debitore. Se l'impossibilità è solo temporanea, il debitore non è responsabile per il ritardo nell'adempimento, ma se diventa permanente, l'obbligazione si estingue. L'articolo 1463 del codice civile, invece, disciplina la risoluzione per eccessiva onerosità sopravvenuta. La normativa cerca di unificare le diverse cause di risoluzione, ma è importante distinguere tra le varie ipotesi, poiché hanno basi e implicazioni giuridiche differenti.

I presupposti per la risoluzione del contratto

Affinché si possa procedere alla risoluzione di un contratto, devono sussistere specifici presupposti. L'articolo 1455 del codice civile richiede che l'inadempimento sia tale da compromettere in modo sostanziale l'interesse dell'altra parte. Non ogni inadempimento giustifica la risoluzione; è necessario che sia grave, ovvero che lede in maniera significativa l'interesse dell'altra parte al punto da rendere inutile la prosecuzione del rapporto contrattuale. La valutazione della gravità dell'inadempimento è affidata al giudice, che la effettua tenendo conto della natura del contratto e delle altre circostanze del caso.

La risoluzione come rimedio contrattuale

La risoluzione per inadempimento è innanzitutto un rimedio contrattuale, che consente alla parte adempiente di reagire al mancato rispetto degli obblighi contrattuali da parte dell'altra parte. Questa concezione si è consolidata nel diritto civile italiano e continentale, distinguendosi dall'approccio del common law, che pone maggiore enfasi sui rimedi piuttosto che sui diritti sostanziali. Nel sistema di civil law, la norma giuridica guida l'interpretazione e l'applicazione dei fatti concreti. La risoluzione è quindi intesa come un meccanismo per correggere il disfunzionamento del contratto, e la sua evoluzione è stata influenzata dalla dottrina e dalla giurisprudenza.

Il fondamento della risoluzione e l'autonomia privata

Il principio del "difetto funzionale della causa" del contratto, teorizzato da Francesco Messineo, suggerisce che la risoluzione si giustifica quando il contratto non adempie più alla sua funzione. Tuttavia, l'articolo 1453 del codice civile conferisce al contraente diligente la facoltà di optare tra l'esecuzione forzata o la risoluzione del contratto, indicando che il contratto mantiene la sua funzionalità fino a una decisione giudiziaria. L'autonomia privata, inoltre, consente alle parti di modulare gli effetti e i presupposti della risoluzione attraverso l'autoregolamentazione contrattuale, nel rispetto dei limiti di legge, rafforzando il principio di autodeterminazione delle parti nell'ambito contrattuale.

Le clausole contrattuali e l'intervento delle parti nella risoluzione

Le parti contrattuali possono incidere sul processo di risoluzione mediante l'inserimento di clausole specifiche nel contratto. Possono prevedere la non risolubilità del contratto (clausola di irresolubilità), stabilire che la risoluzione sia l'unico rimedio disponibile, o modificare i termini e le condizioni per l'attivazione del rimedio risolutorio, come nel caso della clausola risolutiva espressa. Queste clausole evidenziano la capacità del diritto contrattuale di adattarsi alle esigenze delle parti e la loro libertà di configurare il contratto entro i confini stabiliti dalla legge.