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La rivolta popolare a Milano del 1628 e l'assedio al vicario di provisione sono al centro del Capitolo XIII de 'I Promessi Sposi'. Manzoni ritrae la tensione sociale e la psicologia di massa attraverso la figura di Renzo e l'astuzia di Antonio Ferrer, in un mix di realismo e ironia.
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Il capitolo si svolge nel pomeriggio dell'11 novembre 1628, un periodo segnato da tensioni sociali a Milano
Carestia e gestione inadeguata delle risorse
La decisione di abbassare il prezzo del pane, pur essendo una misura populista, non risolve la crisi alimentare e scatena il malcontento popolare, evidenziando le difficoltà economiche e la gestione spesso inadeguata delle risorse da parte delle autorità
Una folla esasperata dalla carestia assedia la casa del vicario di provisione, l'ufficiale incaricato della distribuzione del pane
Composizione della folla e ruolo della massa negli eventi storici
La folla è composta da individui di diverse classi sociali e diventa un attore determinante negli eventi storici, mostrando la psicologia collettiva e il disordine che si scatena durante la rivolta
Renzo, protagonista del romanzo, si ritrova coinvolto nella rivolta in modo fortuito e il suo intervento diventa significativo quando si oppone alle minacce di morte contro il vicario, pronunciate da un anziano
Antonio Ferrer, il cancelliere, rappresenta il potere spagnolo e incarna la demagogia e l'abilità scenica tipiche dell'epoca
Ferrer utilizza la sua influenza e le sue abilità oratorie per calmare la folla e garantire la sicurezza del vicario, promettendo un processo equo
Ferrer è descritto con dettagli che evocano la grandiosità della monarchia spagnola e la sua capacità di persuasione, mescolando italiano e spagnolo per disperdere la folla e promettere pane e giustizia