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Le città medievali europee furono teatro di una marcata stratificazione sociale e di significative trasformazioni politiche. Magnati, borghesia, artigiani e operai definivano la gerarchia urbana. L'emergere dei Comuni segnò l'inizio dell'autogoverno, con istituzioni come consoli e podestà che gestivano il potere. Questi cambiamenti influenzarono anche il paesaggio urbano, con la costruzione di palazzi comunali e cattedrali.
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I magnati, che includevano la nobiltà e i grandi proprietari terrieri, occupavano la cima della gerarchia urbana
Il "popolo grasso" era costituito dalla borghesia emergente di mercanti e banchieri, che accumulavano ricchezza e potere economico
Il "popolo minuto" era rappresentato da piccoli commercianti, artigiani e bottegai, che formavano la classe media urbana
Il clero, con la sua presenza significativa nelle città, deteneva un potere sia spirituale che temporale, con vescovi che potevano esercitare un'autorità paragonabile a quella dei signori laici
I cittadini più influenti, spesso organizzati in corporazioni di mestiere o gilde, rivendicavano forme di autogoverno che portarono alla formazione dei Comuni, istituzioni autonome con proprie leggi e sistema fiscale
Le istituzioni comunali, come i consoli e il Consiglio, erano fondamentali per il funzionamento e la gestione del potere all'interno delle città medievali
La storia dei Comuni medievali è caratterizzata da diverse fasi evolutive, che portarono alla sostituzione dei consoli con il podestà e all'affermazione del Capitano del popolo
Le trasformazioni demografiche, economiche e politiche delle città medievali si manifestarono anche nel loro paesaggio urbano, con l'espansione oltre le mura e la costruzione di edifici monumentali come il palazzo del Comune e le cattedrali