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La riforma Moratti, introdotta dalla Legge 53/2003, ha segnato un punto di svolta per l'istruzione in Italia, con l'incremento del monte ore e la personalizzazione dei percorsi di apprendimento. Ha introdotto anche l'Invalsi per valutare l'efficacia del sistema educativo.
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La riforma Berlinguer proponeva una riduzione di un anno del primo ciclo di istruzione, ma suscitò molte controversie
Con l'arrivo al potere del Centro-destra, si prometteva la cancellazione della riforma Berlinguer e la riduzione del personale scolastico
La Ministra Moratti convocò gli Stati generali della scuola e avviò una revisione della riforma precedente, bloccandone l'attuazione
La riforma Moratti prevedeva un aumento del monte ore annuale come uno dei suoi principi fondamentali
La riforma Moratti introduceva il principio di personalizzazione dell'apprendimento, che portò a una revisione dei programmi di studio
La Legge 53/2003 prevedeva una serie di deleghe per la riforma di vari aspetti del sistema educativo, inclusi l'obbligo scolastico e l'integrazione con il mondo del lavoro
Le deleghe intendevano concretizzare le "tre I" (Inglese, Internet, Impresa) enfatizzate durante la campagna elettorale di Silvio Berlusconi
Tra le modifiche più significative rispetto alla riforma Berlinguer, la Legge 53 stabilisce il ripristino degli otto anni del primo ciclo di istruzione e l'eliminazione dell'obbligo scolastico a 15 anni
La Ministra Moratti decise di procedere tramite una legge delega e successivi decreti attuativi per definire la nuova struttura del sistema scolastico italiano
Con la riforma Moratti vengono introdotte le indicazioni nazionali per la scuola dell'infanzia e per il primo e secondo ciclo di istruzione, che ridefiniscono gli obiettivi formativi e i profili di uscita degli studenti
La Ministra Moratti promosse l'istituzione dell'Invalsi, incaricato di valutare l'efficacia del sistema educativo attraverso i risultati degli studenti