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Rinascimento e Umanesimo rappresentano la nascita dell'estetica moderna, con artisti come demiurghi e filosofi come Descartes e Leibniz che influenzano la percezione della bellezza e del genio creativo. Il Barocco porta avanti l'autonomia creativa, mentre la Querelle des Anciens et des Modernes dibatte su classicismo e innovazione.
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La riscoperta e la traduzione dei testi classici, unitamente al pensiero di figure come Leon Battista Alberti, Marsilio Ficino e Giordano Bruno, contribuiscono a ridefinire l'immagine dell'artista
La "Poetica" di Aristotele riacquista centralità nel Rinascimento e nell'Umanesimo, dopo essere stata trascurata nel Medioevo
Nel Rinascimento e nell'Umanesimo, l'arte si afferma come sfera autonoma, valorizzando la perizia tecnica e il genio creativo
Nel Barocco, l'artista viene distaccato dalla figura del tecnico e dello scienziato, enfatizzando la sua autonomia e la sua libertà creativa
Nel XVII secolo, l'immaginazione e la libertà creativa diventano elementi chiave dell'estetica barocca, celebrando la capacità dell'artista di suscitare stupore e di evocare una sublime esaltazione poetica
Nel contesto barocco, si assiste a un dibattito sulle regole dell'arte, con alcuni che si rifanno al classicismo, valorizzando l'originalità e la grandiosità
Nel XVII secolo, filosofi come René Descartes e Gottfried Wilhelm Leibniz influenzano il pensiero estetico con le loro teorie sulla conoscenza
Descartes considera l'immaginazione un ambito meno affidabile per la ricerca della verità, mentre Leibniz attribuisce valore alla percezione sensibile come mezzo di conoscenza
Nel Seicento, il gusto si afferma come criterio di mediazione tra l'aspetto soggettivo e quello oggettivo dell'arte, mentre il genio artistico viene associato a doti come il sentimento, la fantasia e l'intuito