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Il Buddhismo

Il Buddhismo, nato nel VI secolo a.C., propone un percorso di liberazione dalla sofferenza attraverso la comprensione del Dharma e la realizzazione del nirvana. Le sue scuole principali, Theravāda, Mahāyāna e Vajrayāna, offrono diverse interpretazioni e pratiche. La filosofia buddhista enfatizza la non-dualità e l'interdipendenza di tutti gli esseri, mentre il Mahāyāna introduce il concetto di sunyata e la figura del bodhisattva.

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1

Il ______ si è sviluppato nel ______ secolo a.C. nell'area oggi conosciuta come il subcontinente indiano.

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Buddhismo VI

2

Significato di 'Dharma' nel Buddhismo

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Legge naturale, verità, comportamento corretto. Insegnamenti del Buddha verso la liberazione.

3

Concetto di 'bodhisattva' nel Mahāyāna

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Esseri che rinunciano al nirvana per aiutare gli altri. Centrale nel Mahāyāna.

4

Caratteristiche del Vajrayāna

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Incorpora rituali esoterici e tecniche meditative avanzate. Una delle tre correnti principali.

5

Il ______ è un concetto chiave del Mahāyāna che si traduce in 'vuoto', indicando non il nulla, ma l'assenza di ______ autonoma dei fenomeni.

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sunyata esistenza intrinseca

6

Nagarjuna e la comprensione della realtà

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Nagarjuna sostiene l'impossibilità di comprendere la realtà con sensi e logica, limitati e condizionati.

7

Sunyata e superamento della dualità

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La realtà ultima si realizza vivendo il sunyata, che trascende la dualità soggetto-oggetto.

8

Nei testi del ______, il Buddha è descritto come un collegamento tra il divino e il mondo fenomenico.

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Mahāyāna

9

Dharmakāya

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Essenza della realtà ultima, corpo del Buddha che simboleggia la verità universale e la vacuità.

10

Sambhogakāya

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Corpo di beatitudine, manifestazione del Buddha che gode dei frutti della sua pratica spirituale.

11

Nirmānakāya

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Corpo fisico, Buddha storico come Shākyamuni, che interagisce con il mondo materiale.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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Origini e Sviluppo del Buddhismo

Il Buddhismo si originò nel VI secolo a.C. nel subcontinente indiano, un'epoca di profonde trasformazioni socio-politiche e religiose. In questo contesto di questionamento delle tradizioni vediche, emerse il movimento shramana, critico verso il sistema dei sacrifici e la casta sacerdotale. Il fondatore del Buddhismo, Siddhārtha Gautama, principe del clan degli Shākya, dopo un profondo percorso spirituale, raggiunse l'illuminazione e divenne noto come il Buddha, "l'Illuminato". Il suo insegnamento si distanziava dall'Hinduismo, rifiutando il concetto di Atman (anima individuale) e Brahman (anima universale), e proponendo un percorso di liberazione basato sulla comprensione della sofferenza e sulla realizzazione del nirvana.
Statua dorata del Buddha in posizione di meditazione, circondata da foglie verdi e cielo azzurro, con giochi di luce e ombre.

Il Dharma e le Scuole Buddhiste

Il Dharma, nel Buddhismo, è il corpo di insegnamenti lasciati dal Buddha e rappresenta la verità ultima e il cammino verso la liberazione. Il termine "dharma" assume nel Buddhismo un significato più ampio rispetto all'Hinduismo, indicando la legge naturale, la verità e il comportamento corretto. Diverse interpretazioni e pratiche hanno portato alla formazione di tre correnti principali: Theravāda (spesso associata all'Hīnayāna), Mahāyāna e Vajrayāna. Il Theravāda enfatizza la pratica individuale e l'illuminazione personale, il Mahāyāna introduce il concetto di bodhisattva, esseri che rinunciano al nirvana per aiutare gli altri, e il Vajrayāna incorpora rituali esoterici e tecniche meditative avanzate.

La Filosofia e la Pratica nel Buddhismo

La filosofia buddhista è caratterizzata da un approccio che evita di definire la realtà ultima, per non limitarla a concetti e categorie. Il concetto di nirvana, che letteralmente significa "spegnimento" o "estinzione", è centrale e rappresenta la liberazione dal ciclo delle rinascite (samsara) e dalla sofferenza. Il Mahāyāna introduce il concetto di sunyata, o "vuoto", che non indica il nulla, ma l'assenza di esistenza intrinseca e indipendente dei fenomeni. Questa visione porta a comprendere l'interdipendenza di tutti gli esseri e le cose.

La Realtà Ultima e la Sapienza nel Buddhismo Mahāyāna

Nel Mahāyāna, la realtà ultima è accessibile attraverso la prajñā, o sapienza trascendente, che consente di percepire la natura vuota di tutti i fenomeni. Nagarjuna, filosofo del II secolo, ha sostenuto che la realtà non può essere pienamente compresa né attraverso i sensi né attraverso la ragione logica, poiché la nostra percezione è sempre limitata e condizionata. La conoscenza della realtà ultima si realizza attraverso l'esperienza diretta del sunyata, superando la dualità soggetto-oggetto.

La Dottrina del Tathāgata e la Personificazione del Buddha

Il termine tathāgata, che significa "colui che va così", si riferisce al Buddha come colui che ha realizzato e manifestato la realtà ultima. Nel Mahāyāna, il Buddha è visto come un ponte tra il trascendente e il fenomenico, e viene personificato come l'Assoluto che si manifesta nel mondo. I Prajñāpāramitā Sūtra enfatizzano la non-dualità e la sapienza perfetta come consapevolezza della non separazione tra soggetto e oggetto.

La Trikāya e le Quattro Nobili Verità

La dottrina della trikāya descrive il Buddha come avente tre corpi: il Dharmakāya, l'essenza della realtà ultima; il Sambhogakāya, il corpo di beatitudine; e il Nirmānakāya, il corpo fisico. Questa concezione ha portato all'idea di una molteplicità di Buddha, con Shākyamuni come il Buddha storico. Le Quattro Nobili Verità sono il fondamento dell'insegnamento buddhista e delineano il sentiero verso la fine della sofferenza (dukkha) e il raggiungimento del nirvana, attraverso la comprensione della sofferenza, la sua origine, la sua cessazione e il cammino che porta alla sua estinzione.