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L'evoluzione della poesia italiana tra Ottocento e Novecento riflette i cambiamenti storico-sociali, con correnti come l'ermetismo e il crepuscolarismo. Poeti come Montale e Ungaretti sperimentano nuove forme espressive, mentre Carducci, Pascoli e D'Annunzio dialogano tra tradizione e innovazione. La letteratura si confronta con la civiltà di massa, cercando un equilibrio tra estetica e comunicazione popolare.
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L'unità nazionale e l'industrializzazione portano a un periodo di cambiamenti tumultuosi in Italia
La Belle Époque è seguita dalla tragedia della prima guerra mondiale, che ha un impatto profondo sul paese
Il fascismo emerge come risposta alla crisi post-bellica e porta all'instaurazione della dittatura di Mussolini, seguita dalla seconda guerra mondiale
Il Novecento è testimone della nascita della società di massa, con la crescita delle città e la diffusione di nuovi mezzi di comunicazione di massa come il cinema e la radio
Gli intellettuali, come José Ortega y Gasset, osservano con preoccupazione la standardizzazione culturale e la perdita di valori tradizionali
La letteratura del Novecento si confronta con la civiltà di massa e spesso denuncia l'omologazione culturale prodotta dalla pubblicità e dalla propaganda
Nella seconda metà dell'Ottocento, la poesia italiana è testimone di un dialogo tra tradizione e innovazione, con poeti come Carducci, Pascoli e D'Annunzio
La poesia italiana del primo Novecento si evolve attraverso correnti come l'ermetismo, che privilegia l'uso di simboli e metafore per esprimere realtà complesse e inafferrabili
La poesia si fa veicolo di un'espressione più intima e personale, con poeti come Montale e Ungaretti che esplorano nuove forme metriche e un linguaggio che si distacca dalla tradizione, riflettendo la crisi e la frammentazione dell'esperienza umana