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Vita e opere di Gabriele D'Annunzio

Gabriele D'Annunzio, poeta e scrittore italiano, si distinse per il suo stile di vita e le sue opere che introdussero il Decadentismo in Italia. La sua vita fu segnata da scandali, relazioni amorose e un impegno politico che lo vide protagonista dalla guerra italo-turca fino all'occupazione di Fiume. Il suo legame con il fascismo e la sua dimora, il Vittoriale degli italiani, rimangono oggetto di studio.

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1

Il poeta ______ è nato a ______ il ______ in una famiglia agiata.

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Gabriele D'Annunzio Pescara 12 marzo 1863

2

Trasferitosi a ______ nel ______, D'Annunzio iniziò a partecipare attivamente alla vita ______ e ______ della capitale.

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Roma 1881 culturale mondana

3

Opera 'Il piacere' - Anno

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1889, inizio Decadentismo in Italia.

4

Relazione famosa D'Annunzio

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Eleonora Duse, influenza reciproca e pubblica.

5

Ruolo politico D'Annunzio

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Deputato estrema destra, 'deputato della Bellezza'.

6

La raccolta di poesie di D'Annunzio, ______, pubblicata nel ______, ottenne grande successo.

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Alcyone 1903

7

Guerra italo-turca e D'Annunzio

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D'Annunzio sostenne il nazionalismo con le 'Canzoni delle gesta d'oltremare'.

8

D'Annunzio interventista

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Nel 1915, D'Annunzio promosse l'ingresso dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale.

9

Notturno di D'Annunzio

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Dopo aver perso la vista di un occhio, D'Annunzio scrisse 'Notturno'.

10

Dopo la ______ Guerra Mondiale, D'Annunzio non era contento del trattato di pace e prese il controllo di ______, dichiarandosi a capo della Reggenza del Carnaro.

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Prima Fiume

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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Gli esordi e la vita mondana di Gabriele D'Annunzio

Gabriele D'Annunzio, nato a Pescara il 12 marzo 1863 in una famiglia benestante, si distinse per la sua precoce intelligenza e per un temperamento vivace. Completati gli studi liceali a Prato, esordì nel mondo letterario a soli sedici anni con la raccolta di poesie "Primo vere", che rifletteva il suo anelito a una vita eccezionale e il desiderio di affermarsi come scrittore. Trasferitosi a Roma nel 1881, D'Annunzio si immerse nella vita culturale e mondana della città, trascurando gli studi universitari a favore delle cronache sociali. Nel 1883 sposò la nobildonna Maria Hardouin di Gallese, ma la sua vita sentimentale rimase turbolenta, segnata da relazioni extraconiugali, scandali e duelli, in netta contrapposizione con i valori borghesi dell'epoca.
Scrivania antica in legno scuro con macchina da scrivere vintage, calamaio in vetro, penna d'oca e libri rilegati in pelle.

Il successo letterario e le influenze filosofiche

Gabriele D'Annunzio si impose nel panorama letterario italiano e europeo con opere come "Il piacere" (1889), che segnò l'introduzione del Decadentismo in Italia. Profondamente influenzato dal pensiero di Friedrich Nietzsche e dall'opera di Richard Wagner, D'Annunzio esplorò il concetto di "superuomo" nel suo romanzo "Le vergini delle rocce" (1895). La sua relazione con l'attrice Eleonora Duse, nonché il suo impegno politico come deputato di estrema destra, contribuirono a forgiare la sua immagine pubblica. Autoproclamatosi "deputato della Bellezza", D'Annunzio incarnò gli ideali decadentisti, circondandosi di opere d'arte e conducendo una vita all'insegna della passione e della ricerca del piacere estetico.

D'Annunzio e il dannunzianesimo: influenza culturale e trasformismo politico

L'impatto culturale di D'Annunzio trascendeva la letteratura, dando origine al "dannunzianesimo", un movimento che emulava il suo stile di vita e la sua prosa. La sua abilità nel captare le aspettative del pubblico lo trasformò in un autore popolare, e la sua raccolta di poesie "Alcyone" (1903) ricevette ampi consensi. Nonostante le difficoltà finanziarie che lo costrinsero a lasciare la sua dimora "La Capponcina", D'Annunzio non rinunciò al lusso e ai piaceri. In politica, si dimostrò trasformista, passando dall'estrema destra all'appoggio di posizioni più progressiste, in un'epoca caratterizzata da frequenti cambiamenti di alleanze e ideologie.

D'Annunzio, il poeta della guerra e l'interventismo

Durante la guerra italo-turca, D'Annunzio si fece portavoce del sentimento nazionalista con le "Canzoni delle gesta d'oltremare". Nel 1915, di ritorno in Italia, si schierò con gli interventisti, sostenendo l'entrata dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale. Si arruolò volontario, distinguendosi per il suo coraggio sia come soldato di fanteria sia come aviatore. In seguito a un incidente aereo, perse la vista di un occhio, ma non cessò la sua attività letteraria, scrivendo opere come "Notturno". Si distinse per imprese militari audaci, come il celebre volo su Vienna del 1918, durante il quale lanciò manifesti patriottici sulla città.

Gli ultimi anni: Fiume, il Vittoriale e il rapporto con il fascismo

Al termine della Prima Guerra Mondiale, D'Annunzio esprimeva insoddisfazione per il trattato di pace e guidò una spedizione che occupò la città di Fiume, autoproclamandosi Comandante della Reggenza del Carnaro. Questa avventura si concluse con l'intervento delle forze armate italiane nel 1920. Ritiratosi al Vittoriale degli italiani, una residenza monumentale sul lago di Garda, D'Annunzio visse tra opulenza e decadimento, mantenendo un rapporto ambiguo con il regime fascista. Benito Mussolini lo tenne a distanza, pur esaltandolo come figura simbolica. D'Annunzio morì al Vittoriale il 1° marzo 1938, lasciando un'eredità culturale di grande rilevanza ma anche di notevole complessità.