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L'incontro tra Don Abbondio e i bravi

L'incontro tra Don Abbondio e i bravi è un episodio centrale de 'I Promessi Sposi' di Alessandro Manzoni. Il parroco, simbolo di sottomissione e paura, è minacciato per impedire il matrimonio tra Renzo e Lucia, mostrando la tensione sociale del XVII secolo.

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1

Nel ______ secolo, Don Abbondio, parroco di un piccolo villaggio lombardo, viene minacciato da due sicari di non celebrare un matrimonio.

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XVII

2

I sicari che minacciano Don Abbondio lavorano per il potente don ______, che non vuole che il matrimonio tra Renzo e Lucia si svolga.

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Rodrigo

3

Alessandro ______, l'autore, descrive Don Abbondio come una persona timorosa e incline alla sottomissione.

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Manzoni

4

Identità dei bravi

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Emissari di don Rodrigo, incaricati di intimidire Don Abbondio per impedire il matrimonio.

5

Comportamento dei bravi

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Intransigenti e minacciosi, costringono Don Abbondio all'obbedienza senza vie d'uscita.

6

Ruolo di don Rodrigo

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Nobile locale, usa il suo potere e crudeltà per influenzare gli eventi, come impedire il matrimonio.

7

La natura timorosa di ______ è descritta come il risultato di una vita in tempi agitati, dove mancavano le qualità di forza e coraggio che lui non aveva.

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Don Abbondio

8

Manzoni usa l'analogia di un ______ circondato da vasi di ______ per sottolineare la fragilità di Don Abbondio in un mondo violento e arbitrario.

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vaso di terracotta ferro

9

Il metodo di Don Abbondio per affrontare la vita consiste nell'evitare i ______ e rimanere in linea con la parte ______, fingendo neutralità.

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conflitti più forte

10

Strategia di sopravvivenza di Don Abbondio

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Evita conflitti, sottomissione senza alternative, neutralità apparente.

11

Reazione di Don Abbondio alle pressioni

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Riluttanza a prendere posizione, tenta di non inimicarsi le parti.

12

Conseguenze dell'atteggiamento di Don Abbondio

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Vita tranquilla fino a 60 anni, vulnerabile sotto pressione esterna.

13

Al termine dell'incontro, ______ Abbondio è costretto a promettere obbedienza a ______ Rodrigo dopo aver ricevuto minacce.

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Don don

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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L'incontro tra Don Abbondio e i bravi

Don Abbondio, il timoroso parroco di un piccolo villaggio lombardo del XVII secolo, si trova suo malgrado coinvolto in un conflitto di potere. Mentre sta rientrando dalla sua consueta passeggiata vespertina, viene fermato da due bravi, sicari al servizio del potente e prepotente don Rodrigo. Questi gli intimano di non procedere con la celebrazione del matrimonio tra Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, previsto per il giorno successivo. L'autore, Alessandro Manzoni, dipinge Don Abbondio come un uomo costantemente in preda alla paura e incline alla sottomissione, caratteristiche che si manifestano con evidenza durante l'incontro con i bravi. La sua reazione è dominata dal terrore e dalla ricerca di una scappatoia, che tuttavia non riesce a trovare. La minaccia è esplicita: se il matrimonio dovesse avere luogo, Don Abbondio subirebbe gravi conseguenze.
Scena di villaggio antico al tramonto con Don Abbondio in abiti ecclesiastici inquieto, due uomini minacciosi, case in pietra, cielo stellato e cane teso.

La minacciosa richiesta di don Rodrigo

I bravi trasmettono a Don Abbondio l'ordine di don Rodrigo: il matrimonio tra Renzo e Lucia non deve avvenire. Il parroco, sebbene impaurito, cerca di argomentare che il suo ruolo è puramente cerimoniale e che non ha alcuna autorità per impedire le nozze. Tuttavia, i bravi sono intransigenti e lo minacciano apertamente, lasciandogli intendere che non esistono vie d'uscita se non l'obbedienza. La menzione di don Rodrigo, un nobile locale noto per la sua crudeltà e il suo potere, aggrava il senso di paura e di impotenza di Don Abbondio, che comprende la serietà della minaccia e l'influenza del suo avversario.

La natura pavida di Don Abbondio

Il carattere pavido di Don Abbondio è frutto di una vita trascorsa in un'epoca turbolenta, dove la forza e il coraggio erano requisiti fondamentali per la sopravvivenza, qualità che egli non possiede. Manzoni lo paragona a un vaso di terracotta circondato da vasi di ferro, per evidenziare la sua vulnerabilità in un contesto dominato dalla violenza e dall'arbitrio. Don Abbondio ha scelto la vita ecclesiastica non per una vera vocazione, ma per cercare una posizione di sicurezza e di rispetto in una società caotica e pericolosa. Il suo approccio alla vita è quello di evitare i conflitti e di allinearsi sempre con la parte più forte, mantenendo una facciata di neutralità.

La strategia di sopravvivenza di Don Abbondio

La strategia di sopravvivenza di Don Abbondio consiste nell'evitare qualsiasi forma di contrasto e nel sottomettersi quando non ha alternative. Egli adotta una neutralità apparente in tutte le dispute, sia nelle grandi questioni che nelle piccole contese quotidiane. Quando è costretto a prendere posizione, lo fa con estrema riluttanza e cercando di non inimicarsi nessuna delle parti in causa. Questo atteggiamento gli ha permesso di condurre una vita relativamente tranquilla fino all'età di sessant'anni, ma lo ha reso estremamente vulnerabile a situazioni di pressione come quella imposta da don Rodrigo e dai suoi bravi.

La conclusione dell'incontro e il ritorno a casa

Al termine dell'incontro, Don Abbondio è costretto a cedere alle minacce dei bravi e a promettere obbedienza a don Rodrigo. Non è chiaro se la sua promessa sia sincera o un semplice atto di cortesia per placare i suoi intimidatori. I bravi, ritenendo di aver ottenuto ciò che volevano, lo lasciano andare. Don Abbondio, profondamente turbato dall'incontro, torna a casa, riflettendo sulla sua difficile situazione e sulle scarse opzioni a sua disposizione. La sua andatura incerta e il suo animo agitato sono il segno tangibile dell'impatto emotivo dell'incontro e della sua consapevolezza di essere impotente di fronte alle forze che lo circondano.