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L'impero romano dopo Costantino

L'ascesa di Giuliano l'Apostata segna un periodo di tentativo di restaurazione pagana nell'Impero Romano. Dopo la sua morte, le sue politiche anti-cristiane furono annullate e l'Impero vide l'ascesa di Gioviano e poi di Teodosio I, che consolidò il cristianesimo come religione di stato, segnando la fine del paganesimo.

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Nascita di Giuliano l'Apostata

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Nato nel 331, cugino di Costantino il Grande.

2

Ruolo in Gallia e vittoria significativa

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Cesare delle Gallie, vince contro gli Alamanni a Strasburgo nel 357.

3

Educazione e ammirazione di Giuliano

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Educato in letteratura e filosofia greche e latine, ammirava stoici e Marco Aurelio.

4

Politica religiosa di Giuliano

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Tentò di restaurare il culto pagano, limitò diritti dei cristiani, promosse neoplatonismo.

5

Nel 363, Giuliano lanciò un'offensiva contro l'______ ______, ma rimase ferito a morte durante la fuga e spirò poco tempo dopo.

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Impero Sasanide

6

Richiesta asilo Visigoti 375

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Visigoti chiedono asilo all'Impero Romano a causa della pressione degli Unni.

7

Battaglia di Adrianopoli 378

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Sconfitta romana, morte di Valente, distruzione esercito imperiale.

8

Conseguenze saccheggio città balcaniche

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Ribellione Goti causa saccheggio, crisi economica, inefficacia classe dirigente.

9

Teodosio I, con ______, emanò l'editto di ______ nel ______, rendendo il cristianesimo niceno la religione ufficiale dello stato romano.

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Graziano Tessalonica 380

10

Editto di Tessalonica

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Editto del 380 che rese il cristianesimo religione ufficiale dell'Impero Romano.

11

Ambrogio e Teodosio

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Ambrogio costrinse Teodosio a penitenza pubblica per il massacro di Tessalonica, mostrando l'influenza della Chiesa.

12

Battaglia del Frigido

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Battaglia del 394 dove Teodosio sconfisse Eugenio, ponendo fine ai tentativi di restaurare il paganesimo.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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L'ascesa di Giuliano e il tentativo di restaurazione pagana

Flavio Claudio Giuliano, noto come Giuliano l'Apostata, nacque nel 331 e fu cugino di Costantino il Grande. Divenne cesare delle Gallie, dove si distinse per le sue capacità militari, in particolare nella vittoria contro gli Alamanni nella battaglia di Strasburgo nel 357. Dopo la morte di Costanzo II nel 361, Giuliano salì al potere come unico imperatore. Educato nelle tradizioni della letteratura e filosofia greche e latine, Giuliano ammirava i filosofi stoici e le figure storiche come Marco Aurelio. Contrariamente alla tendenza cristianizzante dell'epoca, Giuliano tentò di restaurare il culto pagano, promuovendo la filosofia neoplatonica e cercando di riformare il paganesimo per contrastare il cristianesimo. Nonostante la sua politica di tolleranza religiosa, Giuliano limitò i diritti dei cristiani, cercando di ridurre il loro impatto sociale e politico. La sua amministrazione si caratterizzò per la frugalità e l'adesione ai principi di giustizia e moderazione, in linea con l'ideale del "princeps" romano.
Statua in marmo bianco di uomo in abbigliamento militare romano con armatura decorata, mantello e spada, espressione seria e posa riflessiva.

La caduta di Giuliano e l'ascesa di Gioviano

Giuliano intraprese una campagna militare contro l'Impero Sasanide nel 363, ma fu ferito mortalmente durante la ritirata e morì poco dopo. La sua morte segnò la fine del tentativo di restaurazione pagana e della dinastia costantiniana. Le sue riforme anti-cristiane furono rapidamente annullate per evitare ulteriori tensioni religiose e sociali. L'esercito elesse come suo successore Gioviano, un ufficiale cristiano, che concluse una pace svantaggiosa con i Persiani, cedendo loro importanti territori. Gioviano morì nel 364, dopo un breve regno, e l'Impero fu diviso tra Valentiniano I, che governò l'Occidente, e suo fratello Valente, che prese il controllo dell'Oriente.

I Goti e la crisi dell'Impero Romano

La pressione degli Unni costrinse i Visigoti a chiedere asilo all'Impero Romano nel 375. Valente acconsentì, sperando di integrarli come foederati e utilizzarli per la difesa dei confini. Tuttavia, la mancata assistenza e il trattamento ingiusto portarono i Goti a ribellarsi, culminando nel saccheggio di diverse città balcaniche. La battaglia di Adrianopoli nel 378 fu una catastrofe per i Romani, con la morte di Valente e la distruzione di gran parte dell'esercito imperiale. Questo evento rappresentò un punto di svolta nella storia dell'Impero, evidenziando la crescente difficoltà di gestire le pressioni esterne e interne in un periodo di crisi economica e di una classe dirigente spesso inefficace.

Teodosio e la politica di integrazione con i Visigoti

Teodosio I, salito al potere nel 379, adottò una politica di integrazione nei confronti dei Visigoti, stabilendo un trattato che li insediava come alleati all'interno delle province danubiane. Sebbene questa politica avesse il vantaggio immediato di stabilizzare la frontiera, a lungo termine contribuì a erodere l'autorità romana e a rendere l'esercito dipendente da truppe barbariche. Teodosio, insieme a Graziano, promulgò l'editto di Tessalonica nel 380, che dichiarava il cristianesimo niceno religione di stato, intensificando la persecuzione delle altre fedi e ponendo fine alle pratiche pagane come i giochi olimpici e i sacrifici pubblici.

Il consolidamento del cristianesimo e la fine del paganesimo

L'editto di Tessalonica segnò un punto di non ritorno nel consolidamento del cristianesimo come religione dominante dell'Impero Romano. Il potere della Chiesa cristiana fu ulteriormente rafforzato quando Ambrogio, vescovo di Milano, impose a Teodosio di fare penitenza pubblica per il massacro di Tessalonica. Dopo la morte di Valentiniano II nel 392, i nobili pagani tentarono di restaurare il paganesimo elevando Eugenio a imperatore, ma la sua reggenza terminò con la sua sconfitta e morte nella battaglia del Frigido nel 394, ad opera delle forze di Teodosio. Questi eventi segnarono la fine definitiva del paganesimo come forza politica nell'Impero e l'affermazione del cristianesimo come religione imperiale.