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La Breccia di Porta Pia e la fine del potere temporale dei Papi

La Breccia di Porta Pia del 20 settembre 1870 segna la fine del potere temporale dei Papi e l'annessione di Roma al Regno d'Italia. Questo evento storico porta alla firma dei Patti Lateranensi e influenza la politica, l'economia e la società italiane post-unitarie.

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1

Il ______ è un giorno cruciale per l'Italia, marcando la fine del dominio temporale dei Papi.

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20 settembre 1870

2

La sconfitta di Napoleone III a ______ durante la guerra franco-prussiana lascia il Papa senza protezione.

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Sedan

3

L'esercito italiano, sotto la guida del generale ______, entra a Roma sfondando le mura aureliane.

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Raffaele Cadorna

4

La questione tra Stato e Chiesa viene parzialmente risolta con la firma dei ______ nel 1929.

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Patti Lateranensi

5

Non expedit di Pio IX

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Direttiva di Pio IX che sconsigliava ai cattolici l'impegno politico nell'Italia post-unitaria.

6

Trasferimento capitale a Roma (1871)

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Roma diventa la capitale del Regno d'Italia, simbolo di unità ma fonte di tensione stato-Chiesa.

7

Cattolici liberali e conciliaristi

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Gruppo di fedeli che, contrariamente al non expedit, partecipano alla vita politica, es. Alessandro Manzoni.

8

La maggior parte della popolazione italiana era costituita da contadini che non erano ______.

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proprietari

9

Nel Nord Italia, i lavoratori agricoli erano spesso impiegati come ______ a giornata.

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braccianti

10

Al Centro, si diffondeva il sistema ______ con contratti che potevano essere svantaggiosi.

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mezzadrile

11

Nel ______, il latifondo era controllato da pochi proprietari che sfruttavano i lavoratori agricoli.

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Mezzogiorno

12

Le zone dove si trovava la piccola proprietà contadina erano principalmente le aree ______ e collinari.

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montane

13

L'agricoltura praticata nelle zone montane e collinari era di tipo ______ e dava bassi rendimenti.

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sussistenza

14

Fenomeno del brigantaggio

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Resistenza contadina al Sud post-unità, contro ingiustizie sociali e economiche.

15

Politiche della Destra storica

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Manca riforma agraria, sistema fiscale pesante, servizio militare obbligatorio.

16

Repressione del brigantaggio

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Stato d'assedio, campagne militari, soppressione violenta dei briganti.

17

L'obiettivo dell'adozione del sistema economico ______ era creare un mercato unico nazionale in Italia.

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piemontese

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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La Breccia di Porta Pia e la fine del potere temporale dei Papi

Il 20 settembre 1870 è una data fondamentale nella storia d'Italia, segnando la Breccia di Porta Pia e la conseguente fine del potere temporale dei Papi, durato oltre un millennio. La caduta di Napoleone III e la sconfitta delle truppe francesi a Sedan durante la guerra franco-prussiana lasciano lo Stato Pontificio senza la protezione francese. Di conseguenza, l'esercito italiano, guidato dal generale Raffaele Cadorna, penetra le mura aureliane di Roma attraverso una breccia, nonostante gli ultimi tentativi di negoziazione con Papa Pio IX per un ingresso pacifico. Questo evento non risolve immediatamente la "questione romana", che perdurerà fino alla firma dei Patti Lateranensi nel 1929. Nel frattempo, il Regno d'Italia definisce unilateralmente i rapporti con la Chiesa attraverso la legge delle Guarentigie (1871), che riconosce la sovranità papale sul Vaticano e la libertà di culto, ma limita l'influenza politica del papato. In risposta, Pio IX emana il non expedit, sconsigliando ai cattolici di partecipare alla vita politica dello stato italiano.
Breccia nelle mura di Porta Pia dopo la presa di Roma, soldati e civili tra le rovine in foto storica in bianco e nero.

La risposta cattolica e il trasferimento della capitale a Roma

La reazione della comunità cattolica all'annessione di Roma e alla perdita del potere temporale del papato è eterogenea. Alcuni fedeli seguono il non expedit di Pio IX, evitando l'impegno politico, mentre altri, come i cattolici liberali e i conciliaristi, tra cui spicca la figura di Alessandro Manzoni, non aderiscono alle direttive papali. Questa divisione incide sulla politica italiana, con una parte che promuove la laicità dello stato e un'altra che mantiene una certa diffidenza verso le istituzioni governative. Nel luglio 1871, la capitale del Regno d'Italia viene ufficialmente trasferita da Firenze a Roma, simbolo dell'unità nazionale ma anche fonte di nuove tensioni tra stato e Chiesa.

La situazione socioeconomica dell'Italia post-unitaria

L'Italia post-unitaria è caratterizzata da un'economia prevalentemente agricola, con una popolazione in maggioranza composta da contadini non proprietari. Le condizioni socio-economiche sono difficili: nel Nord prevalgono i braccianti a giornata, mentre nel Centro si diffonde il sistema mezzadrile con contratti spesso svantaggiosi. Nel Mezzogiorno, il latifondo è gestito da pochi proprietari che sfruttano la manodopera di braccianti e giornalieri, spesso in condizioni di estrema povertà. La piccola proprietà contadina è limitata alle zone montane e collinari, dove si pratica un'agricoltura di sussistenza con bassi rendimenti.

Il brigantaggio nel Mezzogiorno e la risposta del governo

Il brigantaggio si afferma nel Mezzogiorno come fenomeno di resistenza alla mancata riforma agraria e alla distribuzione iniqua delle terre. I contadini del Sud, insoddisfatti delle politiche della Destra storica e oppressi da un sistema fiscale oneroso e dal servizio militare obbligatorio, si uniscono in bande armate. Questi gruppi, costituiti anche da disertori e criminali, compiono attacchi contro le istituzioni e le proprietà terriere, spesso con il sostegno occulta della popolazione locale. Il governo italiano reagisce con misure repressive, tra cui la proclamazione dello stato di assedio e campagne militari, che, nonostante le numerose vittime, portano alla soppressione del brigantaggio.

L'unificazione del mercato nazionale e le politiche economiche

L'unificazione politica dell'Italia porta alla necessità di integrare anche l'economia nazionale. I governi della Destra storica adottano il sistema economico piemontese, eliminando dazi interni e unificando le tariffe doganali esterne. Queste politiche liberiste, pur esponendo l'industria e l'agricoltura italiane alla concorrenza internazionale, mirano a creare un mercato unico nazionale. L'obiettivo è facilitare la circolazione delle merci e stimolare la crescita economica, sebbene le conseguenze di tali politiche siano state ambivalenti, con effetti positivi per alcune regioni e settori, ma anche con criticità per altri.