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Il cristianesimo, nato nel I secolo d.C. da Gesù di Nazareth, si sviluppò in Giudea sotto l'Impero Romano. Con un messaggio di amore e giustizia, sfidò le strutture sociali e religiose, portando a una rapida diffusione e alla successiva adozione come religione ufficiale dell'Impero.
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La morte di Erode il Grande e la successiva dominazione romana portarono a tensioni politiche e sociali nella Palestina del I secolo
La Giudea era una provincia romana governata da prefetti o procuratori, ma il Sinedrio manteneva un certo grado di autonomia nelle questioni religiose
Le diverse correnti all'interno dell'ebraismo riflettevano la complessità e la frammentazione della società giudaica del I secolo
Gesù predicava l'amore, il perdono e la giustizia sociale, sfidando le convenzioni sociali e religiose del tempo
Gesù fu arrestato e condannato a morte per crocifissione dalle autorità romane, su pressione delle autorità religiose ebraiche
Nonostante le iniziali persecuzioni, il cristianesimo si diffuse rapidamente grazie all'opera missionaria di figure come l'apostolo Paolo
La società giudaica del I secolo era stratificata e diversificata, con varie sette religiose che interpretavano la Legge ebraica in modi differenti
I Sadducei, i Farisei, gli Zeloti e gli Esseni erano i principali gruppi religiosi presenti nella Palestina del I secolo
La diversità di credenze e pratiche rifletteva le tensioni e le aspettative di un popolo in attesa di un Messia liberatore
Il cristianesimo si sviluppò in un contesto religioso romano caratterizzato da un ampio sincretismo e da una pluralità di culti
A differenza dei culti orientali che si adattavano al politeismo romano, il cristianesimo proponeva un monoteismo esclusivista e una dottrina basata sulla salvezza attraverso la fede in Gesù Cristo
La posizione di esclusività e il rifiuto di partecipare ai riti civici portarono i cristiani a essere percepiti come sovversivi e antisociali, causando periodi di persecuzione