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L'ascesa di Giolitti e la politica sociale

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L'era di Giovanni Giolitti segnò un periodo di significative riforme sociali in Italia, con il miglioramento delle condizioni dei lavoratori e la nazionalizzazione di settori chiave. La sua politica cercò di unire socialisti e liberali, nonostante le sfide del Mezzogiorno e l'emigrazione.

L'ascesa di Giolitti e la politica sociale

All'alba del XX secolo, l'Italia vide emergere una figura politica di spicco: Giovanni Giolitti. Divenuto Primo Ministro, Giolitti si distanziò dalla precedente politica autoritaria di Francesco Crispi, che aveva lasciato il Paese in una crisi economica e sociale marcata da disoccupazione, salari bassi e tasse elevate. La situazione si aggravò con l'aumento dei prezzi dei generi alimentari, in particolare del pane, a seguito di politiche protezionistiche e del blocco delle importazioni di grano americano. Le proteste popolari che ne seguirono furono represse con forza, culminando nei tragici eventi di Milano del 1898. Il generale Bava Beccaris, responsabile della repressione, fu addirittura decorato da re Umberto I, il quale fu poi assassinato dall'anarchico Gaetano Bresci nel 1900. Questo evento tragico aprì la strada alla sinistra liberale e a Giolitti, che adottò un approccio più conciliante verso i problemi sociali, promuovendo la neutralità del governo nei conflitti di lavoro e riconoscendo il diritto di sciopero per prevenire ulteriori tensioni.
Scena di fabbrica italiana inizio '900 con operai in abiti d'epoca tra macchinari industriali vintage e pavimento a scacchi.

Le riforme sociali e il tentativo di conciliazione politica

Giovanni Giolitti, dapprima come Ministro degli Interni e successivamente come Primo Ministro, implementò una serie di riforme sociali per migliorare le condizioni dei lavoratori e ridurre le tensioni sociali. Tra le riforme più significative vi furono il divieto del lavoro minorile, la limitazione della giornata lavorativa a dieci ore, la tutela della salute dei lavoratori in ambienti insalubri e l'introduzione di contratti di lavoro salariato. Giolitti promosse anche la nazionalizzazione di settori chiave come le ferrovie e i servizi telefonici, e sostenne lo sviluppo economico con incentivi statali alle imprese. Cercò di colmare il divario tra socialisti e liberali, invitando membri del Partito Socialista a partecipare al governo e favorendo la creazione delle Camere del Lavoro. Tuttavia, incontrò l'opposizione dei socialisti massimalisti e la pressione della Chiesa, che autorizzò i cattolici a votare per contrastare l'influenza socialista, evidenziando le difficoltà di Giolitti nel mantenere un equilibrio politico.

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00

Crisi economica e sociale in Italia fine '800

Disoccupazione, salari bassi, tasse alte, aumento prezzi pane per politiche protezionistiche e blocco importazioni grano.

01

Proteste popolari e repressione Milano 1898

Manifestazioni contro la crisi represse violentemente, Bava Beccaris reprime e viene decorato, re Umberto I assassinato da Bresci.

02

Assassinio re Umberto I e conseguenze politiche

Umberto I ucciso dall'anarchico Bresci nel 1900, evento che favorisce l'ascesa della sinistra liberale e di Giolitti.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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