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La Monaca di Monza, Marianna de Leyva, e la sua tragica storia d'amore e punizione nel Seicento, rivive nella letteratura grazie a Manzoni. Il suo personaggio, Gertrude, simboleggia l'oppressione sociale e la lotta interiore.
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Marianna de Leyva nacque nel 1575 in una famiglia aristocratica lombarda e fu costretta a prendere i voti monastici a soli sei anni
Posizione privilegiata
Grazie alle sostanziose doti versate dalla sua famiglia, Marianna visse in un ambiente di relativo privilegio all'interno del convento
Amore proibito con Gian Paolo Osio
Marianna ebbe una relazione clandestina con Gian Paolo Osio, un uomo di dubbia reputazione, dalla quale nacquero due figli
La relazione venne scoperta e Marianna fu coinvolta nell'omicidio di una conversa, portando alla sua condanna a essere murata viva in una cella per quindici anni
Alessandro Manzoni trasforma la figura di Marianna de Leyva nel personaggio di Gertrude nel suo romanzo "I Promessi Sposi"
Cambio del nome di Gian Paolo Osio
Manzoni cambia il nome di Gian Paolo Osio in Egidio per meglio integrare la storia nel romanzo
Spostamento degli eventi
Gli eventi vengono spostati di trent'anni in avanti rispetto alla storia originale
Manzoni si focalizza sull'analisi del conflitto interiore e delle ripercussioni dell'oppressione sociale che Gertrude subisce
Manzoni critica il padre di Gertrude, un principe che aveva predestinato la vita della figlia ancor prima della sua nascita, evidenziando il condizionamento sociale dell'epoca
La nobiltà viene rappresentata come elitaria e manipolatrice della religione a fini di potere, ignorando i sentimenti e le aspirazioni individuali
La costrizione di Gertrude a una vita monastica senza vocazione diventa simbolo dell'oppressione esercitata dalle convenzioni sociali dell'epoca