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L'Italia e la Prima Guerra Mondiale

L'entrata dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale e il dibattito interno che ne seguì sono eventi chiave della storia italiana. La decisione di dichiarare guerra all'Austria-Ungheria, influenzata da fattori politici ed economici, portò a una vittoria che molti considerarono 'mutilata', a causa delle promesse non mantenute del Patto di Londra. Le tensioni post-belliche culminarono nell'impresa di Fiume e nel Trattato di Rapallo, che riconobbe Fiume come città libera.

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1

Triplice Alleanza

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Alleanza pre-bellica tra Italia, Germania e Austria-Ungheria.

2

Patto di Londra

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Accordo segreto del 1915 tra Italia e Alleati che prometteva territori all'Italia.

3

Entrata in guerra dell'Italia

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23 maggio 1915, Italia dichiara guerra all'Austria-Ungheria.

4

La figura di ______, inizialmente socialista, divenne nota per aver fondato il giornale 'Il Popolo d'Italia' e per il suo ruolo nell'incoraggiare l'Italia a schierarsi con gli ______.

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Benito Mussolini Alleati

5

Vittoria mutilata

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Espressione usata per descrivere l'insoddisfazione italiana per i risultati del trattato di Versailles, che non rispettò il Patto di Londra.

6

Impresa di Fiume

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Occupazione di Fiume nel 1919 da parte di D'Annunzio, in risposta alla mancata assegnazione della città all'Italia.

7

Trattato di Rapallo 1920

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Accordo che riconobbe Fiume come città libera e l'Italia rinunciò alla Dalmazia in cambio del riconoscimento della sua influenza sulla regione.

8

Il crollo di ______, ______, - e ______ fu una conseguenza della Prima Guerra Mondiale.

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imperi russo tedesco austro-ungarico ottomano

9

Dopo la sconfitta nella Grande Guerra, la ______ vide la fine della sua monarchia e l'avvento della ______ di ______.

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Germania Repubblica Weimar

10

Abdicazione di Nicola II

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Febbraio 1917, fine della monarchia zarista in Russia, governo provvisorio instaurato.

11

Rivoluzione di Ottobre

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Ottobre 1917, bolscevichi al potere con Lenin, inizio del regime comunista.

12

Trattato di Brest-Litovsk

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Marzo 1918, Russia esce dalla Prima Guerra Mondiale, cede territori alle Potenze Centrali.

13

Nel ______, la Conferenza di ______ si è concentrata su visioni opposte riguardo la ricostruzione post-bellica.

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1919 Versailles

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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L'entrata dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale

L'Italia, inizialmente alleata con Germania e Austria-Ungheria nella Triplice Alleanza, scelse di rimanere neutrale allo scoppio della Prima Guerra Mondiale nel 1914. La neutralità era giustificata dall'interpretazione del trattato che prevedeva un impegno solo in caso di attacco diretto a uno degli alleati. Inoltre, vi erano tensioni irrisolte con l'Austria-Ungheria riguardo ai territori di lingua italiana dell'Impero asburgico. Il governo italiano, guidato da Antonio Salandra e il ministro degli esteri Sidney Sonnino, negoziò segretamente con gli Alleati, culminando nel Patto di Londra del 26 aprile 1915, che prometteva all'Italia territori in caso di vittoria. Il 23 maggio 1915, l'Italia dichiarò guerra all'Austria-Ungheria, entrando ufficialmente nel conflitto.
Paesaggio montano con resti di trincee e filo spinato, albero spezzato e montagne innevate sullo sfondo, cielo grigio.

Il dibattito interno e l'intervento italiano

Il dibattito sull'intervento in Italia fu acceso e divise il paese. I neutralisti, tra cui il Papa, i socialisti e parte dei liberali, si opponevano all'entrata in guerra, mentre gli interventisti, che includevano nazionalisti, irredentisti e gruppi di sinistra, spingevano per l'intervento al fianco degli Alleati. La campagna interventista fu rafforzata dalla propaganda e dall'azione di figure come Gabriele D'Annunzio e Benito Mussolini, quest'ultimo inizialmente socialista e poi fondatore del giornale "Il Popolo d'Italia" dopo la sua espulsione dal PSI. La decisione di entrare in guerra fu influenzata da fattori politici, economici e nazionalistici, e fu formalizzata con la dichiarazione di guerra all'Austria-Ungheria.

La "vittoria mutilata" e le conseguenze post-belliche

Al termine del conflitto, l'Italia si trovò di fronte a una "vittoria mutilata". Il trattato di Versailles del 1919 non rispettò completamente il Patto di Londra, in particolare per quanto riguardava la Dalmazia, che fu assegnata al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni (futuro Regno di Jugoslavia). Questo generò un profondo malcontento in Italia, che si manifestò con l'impresa di Fiume guidata da D'Annunzio nel 1919. Il governo italiano, guidato da Francesco Saverio Nitti, si trovò a gestire le tensioni interne e le pressioni internazionali, culminando nel Trattato di Rapallo del 1920, che riconobbe Fiume come città libera e l'Italia rinunciò alla Dalmazia in cambio del riconoscimento della sua influenza sulla regione.

Cambiamenti geopolitici e il crollo degli imperi

La Prima Guerra Mondiale portò a profondi cambiamenti geopolitici, con il crollo degli imperi russo, tedesco, austro-ungarico e ottomano, e la nascita di nuovi stati nazionali. Il principio di autodeterminazione dei popoli, promosso dal presidente statunitense Woodrow Wilson, influenzò la ridefinizione delle frontiere europee. La Germania, sconfitta, vide la fine della monarchia e l'instaurazione della Repubblica di Weimar, mentre la Russia attraversò la rivoluzione bolscevica che portò alla creazione dell'Unione Sovietica.

La rivoluzione russa e l'impatto sulla guerra

La rivoluzione russa ebbe un impatto significativo sulla Prima Guerra Mondiale. La rivoluzione di febbraio del 1917 portò all'abdicazione dello zar Nicola II e all'istituzione di un governo provvisorio. Tuttavia, la situazione politica rimase instabile fino alla rivoluzione di ottobre, quando i bolscevichi, guidati da Lenin, presero il potere. La Russia firmò il trattato di Brest-Litovsk con le Potenze Centrali nel marzo 1918, ritirandosi dal conflitto. Questo evento modificò gli equilibri della guerra e influenzò le decisioni degli Alleati nella fase finale del conflitto e durante la Conferenza di Versailles.

La Conferenza di Versailles e le sue conseguenze

La Conferenza di Versailles del 1919 fu dominata da visioni contrastanti sulla pace. Da un lato, vi era l'approccio idealistico di Wilson, basato sui "Quattordici Punti" e sull'autodeterminazione dei popoli. Dall'altro, le potenze europee, in particolare Francia e Regno Unito, erano orientate verso una pace punitiva nei confronti della Germania. Il trattato di Versailles impose pesanti sanzioni territoriali, economiche e militari alla Germania, contribuendo a un clima di risentimento che avrebbe avuto conseguenze a lungo termine. La conferenza segnò anche l'inizio di un periodo di instabilità politica e revisionismo, che avrebbe caratterizzato gli anni '20 e '30.