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L'Italia post-unitaria e la sua politica estera

L'isolamento internazionale dell'Italia post-unitaria e la politica estera della Sinistra Storica sono segnati dall'annessione di Roma e dalla questione romana. L'adesione alla Triplice Alleanza e l'inizio dell'imperialismo coloniale italiano, con l'espansione in Eritrea e il trattato di Uccialli, evidenziano gli sforzi per superare l'isolamento e rafforzare la presenza internazionale del paese. Le riforme istituzionali di Crispi e la gestione della questione sociale da parte di Giolitti delineano un periodo di trasformazioni significative.

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1

Questione romana

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Conflitto tra Italia e Papato per Roma dal 1870, tensioni con Leone XIII dal 1878.

2

Congresso di Berlino 1878

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Italia esclusa da accordi su territori, nessun riconoscimento per Trentino e Venezia Giulia.

3

Occupazione francese della Tunisia 1881

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Francia occupa Tunisia, vista da Italia come area strategica per vicinanza e comunità italiane.

4

Nel ______, l'Italia ha stretto un patto difensivo noto come Triplice Alleanza con ______ e ______.

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1882 Germania Austria-Ungheria

5

Il primo ministro ______ guidò l'Italia verso l'adesione alla Triplice Alleanza, che aveva una durata rinnovabile di ______ anni.

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Agostino Depretis cinque

6

Importanza strategica dell'Eritrea

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L'Eritrea divenne importante dopo l'apertura del Canale di Suez per la sua posizione strategica.

7

Acquisizione baia di Assab 1882

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L'Italia acquistò Assab per stabilire una presenza coloniale nel Corno d'Africa.

8

Disastro di Dogali 1887

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Sconfitta italiana contro l'Etiopia a Dogali, stimolò maggiore impegno coloniale in Africa.

9

Nel ______, ______ ______ assunse la carica di primo ministro, succedendo a ______, e avviò una politica per rafforzare lo stato italiano.

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1887 Francesco Crispi Depretis

10

La legge comunale e provinciale, approvata nel ______, mirava a estendere il ______ e a rendere i ______ elettivi nei comuni di maggiori dimensioni.

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1888 suffragio sindaci

11

Il trattato di ______ fu firmato con l'______ nel ______, segnando un incremento dell'impegno coloniale italiano.

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Uccialli Etiopia 1889

12

Caduta di Crispi (anno)

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1891, a causa di difficoltà economiche e politica estera costosa.

13

Giolitti, orientamento politico

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Esponente della Sinistra moderata, primo ministro nel 1892.

14

Movimento dei 'Fasci Siciliani'

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Agitazione sociale in Sicilia, Giolitti usò politica di conciliazione.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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Isolamento Internazionale e Politica Estera della Sinistra Storica Italiana

Nel periodo post-unitario, l'Italia, governata dalla Sinistra Storica, si confrontò con un marcato isolamento internazionale. La questione romana, nata dall'annessione di Roma al Regno d'Italia nel 1870 e aggravata dall'opposizione di Papa Leone XIII, eletto nel 1878, rimase irrisolta, generando frizioni sia a livello nazionale che internazionale. L'isolamento si manifestò chiaramente durante il Congresso di Berlino del 1878, dove l'Italia non riuscì a ottenere un riconoscimento per le sue aspirazioni territoriali in Trentino e Venezia Giulia. La situazione si aggravò con l'occupazione francese della Tunisia nel 1881, un territorio che l'Italia considerava di interesse strategico per la sua prossimità e per la presenza di una consistente comunità di emigrati italiani.
Tre uomini in abiti d'epoca discutono seriamente davanti a un edificio neoclassico, con un globo e una mappa sfocati sullo sfondo.

La Triplice Alleanza e la Rinuncia alle Aspirazioni Irredentiste

Per rompere l'isolamento, l'Italia, sotto la guida del primo ministro Agostino Depretis, si avvicinò alla Germania, stringendo un'alleanza che coinvolgeva anche l'Austria-Ungheria: la Triplice Alleanza del 1882. Questo patto militare difensivo, rinnovabile ogni cinque anni, prevedeva il sostegno reciproco in caso di attacco francese e implicava una tacita rinuncia italiana alle rivendicazioni irredentiste su Trentino e Venezia Giulia. L'alleanza, tuttavia, offriva vantaggi economici e politici, come l'incremento delle esportazioni italiane in Germania e un ridimensionamento dell'influenza austriaca sul papato. Nel 1887, l'Italia ottenne ulteriori concessioni, inclusi il supporto tedesco per gli interessi italiani in Nord Africa e la promessa di compensi territoriali qualora l'Austria-Ungheria avesse espanso il proprio territorio nei Balcani.

L'Inizio dell'Imperialismo Coloniale Italiano

L'Italia intraprese la sua politica coloniale ispirandosi alle altre potenze europee, perseguendo obiettivi di prestigio internazionale e rispondendo alle pressioni di gruppi economici interessati alle colonie, nonché alle aspettative della Corte e dell'opinione pubblica nazionalista. L'attenzione si focalizzò sull'Eritrea, resa strategicamente importante dall'apertura del Canale di Suez. Dopo l'acquisizione della baia di Assab nel 1882, l'Italia avviò spedizioni militari che portarono all'occupazione del porto di Massaua nel 1885. L'espansione verso l'interno dell'Etiopia incontrò resistenza, culminando nel disastro di Dogali nel 1887, che rappresentò una grave umiliazione nazionale e stimolò un maggiore impegno italiano in Africa.

Il Governo Crispi e le Riforme Istituzionali

Francesco Crispi divenne capo del governo nel 1887, succedendo a Depretis, e introdusse un'energica politica di rafforzamento statale. Ispirandosi al modello autoritario bismarckiano, Crispi perseguì l'obiettivo di un'Italia forte e centralizzata. Il suo governo promosse riforme liberal-democratiche, come la legge comunale e provinciale del 1888, che estendeva il suffragio e rendeva i sindaci elettivi nei comuni più grandi. Il codice penale Zanardelli del 1889, abolendo la pena di morte e riconoscendo il diritto di associazione, rappresentò un passo avanti per i diritti civili, mentre la legge sulla pubblica sicurezza del 1889 rafforzò i poteri di polizia. Crispi consolidò l'alleanza con la Germania e intensificò l'impegno coloniale, che portò alla firma del trattato di Uccialli con l'Etiopia nel 1889.

L'Ascesa di Giolitti e la Gestione della Questione Sociale

Le difficoltà economiche e la costosa politica estera di Crispi causarono la sua caduta nel 1891. Giovanni Giolitti, esponente della Sinistra moderata, assunse la carica di primo ministro nel 1892. Giolitti si impegnò a promuovere lo sviluppo economico e sociale, proponendo riforme fiscali per una distribuzione più equa della ricchezza. Affrontò le agitazioni sociali, come il movimento dei "Fasci Siciliani" e le proteste dei lavoratori in Lunigiana, con una politica di conciliazione, evitando l'uso della forza e riconoscendo le cause profonde delle proteste nella povertà e nelle ingiuste condizioni lavorative.