I sommersi e i salvati: la lotta per la dignità umana
Nel suo libro, Levi introduce la distinzione tra i "sommersi", coloro che venivano sopraffatti dalle condizioni inumane del campo, e i "salvati", che riuscivano a sopravvivere nonostante tutto. Attraverso racconti di singoli individui, l'autore esplora le diverse reazioni umane di fronte alla sofferenza e alla morte, mostrando come la lotta per mantenere la propria dignità fosse centrale nell'esperienza del lager. Il racconto dell'impiccagione di un prigioniero che si era ribellato è emblematico della resistenza umana contro l'oppressione e della ricerca di senso anche nelle circostanze più disperate.Il canto XXVI dell'Inferno di Dante: un simbolo di resistenza
Un momento di particolare rilievo nel libro è il ricordo di Primo Levi del canto XXVI dell'Inferno di Dante, recitato insieme a un altro prigioniero durante una pausa dal lavoro. Questo episodio simboleggia la resistenza culturale e spirituale dei detenuti, che attraverso la poesia riaffermano la loro umanità e si collegano a un mondo di valori e bellezza che il lager cerca di cancellare. La figura di Ulisse, con il suo inestinguibile desiderio di conoscenza e avventura, diventa un simbolo di speranza e di resistenza interiore per Levi e i suoi compagni di prigionia.La voce del narratore e il personaggio di Primo Levi
Primo Levi si presenta sia come narratore che come protagonista della sua opera, offrendo una doppia prospettiva che arricchisce la narrazione. Come narratore, Levi adotta un tono oggettivo e analitico, mentre come personaggio vive gli eventi in prima persona, condividendo con il lettore le emozioni e le riflessioni scaturite dalle esperienze vissute. Questa dualità consente a Levi di trattare il tema della condizione umana sotto il regime nazista con una profondità e una complessità che uniscono la precisione dello storico all'autenticità del testimone diretto.Il dovere di non dimenticare e la lotta contro il negazionismo
Primo Levi enfatizza il dovere morale di ricordare e testimoniare gli orrori del lager, per contrastare il negazionismo e l'indifferenza. Il suo impegno è rivolto a mantenere viva la memoria delle vittime e a educare le generazioni future sull'importanza di riconoscere e comprendere la storia per prevenire il ripetersi di simili tragedie. "Se questo è un uomo" si pone come un monito contro l'indifferenza e l'odio, e come un appello alla vigilanza e alla responsabilità collettiva.Lingua e stile: la scrittura come strumento di testimonianza
La prosa di Primo Levi è caratterizzata da chiarezza, precisione e un linguaggio misurato, che evita ogni forma di retorica eccessiva. Attraverso uno stile diretto e una scelta di parole ponderata, Levi riesce a comunicare l'orrore del lager senza cadere nell'emozionalità. L'uso di figure retoriche come ossimori, metafore e analogie permette all'autore di esprimere la complessità e l'assurdità della vita nel campo, stimolando il lettore a una riflessione critica sulla natura umana e sulla storia.