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La struttura narrativa di 'I Promessi Sposi' si caratterizza per la presenza di due narratori: l'Anonimo e l'onnisciente. Manzoni utilizza un linguaggio quotidiano per raggiungere un vasto pubblico, inserendo commenti morali e religiosi. Il romanzo riflette il giansenismo e il liberalismo, affrontando temi come il male e la Provvidenza.
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L'Anonimo si presenta come l'autore di un manoscritto del XVII secolo
Conoscenza estesa degli eventi
Il narratore onnisciente conosce gli eventi in modo più esteso rispetto all'Anonimo
Penetrazione nei pensieri e nelle emozioni dei personaggi
Il narratore onnisciente ha la capacità di penetrare nei pensieri e nelle emozioni dei personaggi
Confronto con altre fonti storiche
Il narratore onnisciente ha la possibilità di confrontare i fatti con altre fonti storiche
Il narratore onnisciente utilizza l'ironia per evidenziare la sua superiorità culturale e morale rispetto all'Anonimo e ai personaggi
"I Promessi Sposi" si rivolge sia a un pubblico generale sia a lettori più esigenti
Il romanzo si apre a una complessità ideologica che supera la semplice dicotomia tra bene e male
Il romanzo affronta le questioni del male nella storia e del ruolo della Provvidenza in modo enigmatico
La presenza di Dio si manifesta più come un dono individuale che come una forza che guida la storia
Manzoni affronta il problema del male con un approccio che combina la morale cattolica con la ragione umana
La questione del significato ultimo della vita rimane un mistero di fede e non di razionalità