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L'Italia nel XIV e XV secolo

Il declino di Roma nel XIV secolo e l'ascesa di Cola di Rienzo segnano l'inizio di un'epoca di cambiamenti. Le Costituzioni Egiziane e la ricostruzione dello Stato della Chiesa, insieme all'equilibrio politico del XV secolo e le congiure in Italia, delineano un periodo di transizione cruciale nella storia italiana.

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1

Nel ______, la città di Roma subì un forte declino a causa del trasloco della sede papale in una città francese.

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XIV secolo

2

La sede papale fu trasferita da Roma ad ______ nel ______.

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Avignone 1309

3

Cola di Rienzo, un ______ e attivista, divenne tribuno di Roma nel ______.

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notaro maggio 1347

4

Costituzioni Egiziane

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Codice legislativo del 1357 che definì struttura e funzionamento dello Stato pontificio, rafforzando il potere papale.

5

Ritorno del papato a Roma

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Fine dell'esilio ad Avignone, inizio costruzione di uno Stato regionale centralizzato e rafforzamento del potere papale.

6

Rafforzamento apparato burocratico e fiscale

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Miglioramento della gestione statale, aumento delle entrate, finanziamento esercito mercenario e rinnovamento urbano.

7

Pratica del nepotismo

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Assegnazione di cariche ecclesiastiche e controllo territoriale a familiari dei papi per consolidare potere politico e sociale.

8

Nel ______ secolo, l'equilibrio di potere in Italia era mantenuto tra entità come il Ducato di ______, la Repubblica di ______, e altri.

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XV Milano Firenze

9

Dopo la morte di Filippo Maria Visconti nel ______, Milano tentò di diventare una repubblica ma fu minacciata dall'espansione di ______.

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1447 Venezia

10

Francesco Sforza divenne duca di Milano nel ______, portando stabilità alla regione.

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1450

11

Congiura dei Pazzi 1478

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Tentativo fallito di uccidere i Medici a Firenze, assassinato Giuliano, sopravvive Lorenzo il Magnifico.

12

Reazione alla centralizzazione del potere in Napoli

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Congiura dei baroni del 1485 contro Ferrante d'Aragona, fallita grazie all'intervento di Lorenzo de' Medici.

13

Conseguenze delle tensioni politiche italiane XV secolo

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Instabilità e conflitti interni portano al declino dell'equilibrio politico e aprono la strada alle invasioni straniere.

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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Il declino di Roma e l'ascesa di Cola di Rienzo

Nel corso del XIV secolo, Roma attraversò un periodo di marcato declino, aggravato dal trasferimento della sede papale ad Avignone nel 1309. La città, privata del sostegno economico e politico della Chiesa, vide un'escalation delle lotte feudali tra le famiglie nobiliari, che approfittarono dell'assenza del papa per accrescere il proprio potere. In questo contesto di caos e degrado, si distinse la figura di Cola di Rienzo, un notaro e attivista di origini modeste, che si fece promotore di un movimento popolare per il rinnovamento della città. Ispirato dai fasti dell'antica Roma, Cola di Rienzo riuscì a farsi eleggere tribuno nel maggio 1347, instaurando un governo che mirava al ripristino dell'ordine pubblico, alla giustizia sociale e alla riforma economica. Nonostante i successi iniziali, il suo regime divenne progressivamente autoritario e dispendioso, alienandosi il sostegno popolare. La sua politica fiscale, in particolare l'imposizione di una tassa sul sale, fu una delle cause che portarono alla sua caduta e alla tragica morte nel 1354, durante una rivolta popolare.
Tramonto sul Foro Romano con rovine di colonne e archi antichi, cielo sfumato in giallo, rosa e viola, senza persone.

Le Costituzioni Egiziane e la ricostruzione dello Stato della Chiesa

Dopo l'epoca di Cola di Rienzo, il cardinale Gil Álvarez Carrillo de Albornoz fu incaricato dal papato di Avignone di restaurare l'autorità pontificia sui territori dello Stato della Chiesa. Il cardinale Albornoz, con abilità diplomatica e militare, riuscì a sottomettere i signori locali e a riorganizzare l'amministrazione ecclesiastica. Nel 1357, promulgò le Costituzioni Egiziane, un codice legislativo che definiva la struttura e il funzionamento dello Stato pontificio, rafforzando il potere centrale del papa. Con il ritorno del papato a Roma e la conclusione del Grande Scisma d'Occidente, i pontefici successivi si impegnarono nella costruzione di uno Stato regionale centralizzato nel cuore dell'Italia. Questo processo fu accompagnato da un rafforzamento dell'apparato burocratico e da un sistema fiscale più efficace, che incrementò le entrate dello Stato e finanziò sia la formazione di un esercito mercenario sia un vasto programma di rinnovamento urbano a Roma. Il nepotismo divenne una pratica comune, con i papi che assegnavano cariche ecclesiastiche e controllo su territori a membri delle proprie famiglie, consolidando così il loro potere politico e sociale.

L'equilibrio politico italiano nel XV secolo

Nel XV secolo, l'Italia era caratterizzata da un delicato equilibrio di potere tra le sue principali entità statali: il Ducato di Milano, la Repubblica di Firenze, la Repubblica di Venezia, lo Stato della Chiesa e il Regno di Napoli. Questa frammentazione politica non impedì l'affermazione degli Stati regionali, che si consolidarono attraverso strutture amministrative e militari sempre più centralizzate. La morte di Filippo Maria Visconti nel 1447 lasciò un vuoto di potere a Milano, che tentò di instaurare una repubblica ma fu presto minacciata dall'espansionismo veneziano. Francesco Sforza, un condottiero di talento, riuscì a imporsi come duca di Milano nel 1450, stabilizzando la regione. La pace di Lodi del 1454 pose fine alle ostilità tra Milano e Venezia e segnò l'inizio di un periodo di relativa stabilità, sancito dalla formazione della Lega italica nel 1455, un'alleanza tra gli Stati italiani per preservare l'equilibrio interno e difendersi dalle ingerenze straniere, in particolare dalla Francia.

Congiure e crisi politiche nell'Italia del XV secolo

Il XV secolo fu anche un periodo di intense tensioni interne, segnato da congiure e crisi politiche. La congiura dei Pazzi a Firenze nel 1478 fu un tentativo fallito di rovesciare il dominio dei Medici, che mantenevano un forte sostegno popolare nonostante l'assassinio di Giuliano de' Medici. Nel Regno di Napoli, la congiura dei baroni del 1485 fu una reazione alla centralizzazione del potere operata da Ferrante d'Aragona, ma fu soffocata con l'aiuto di Lorenzo de' Medici, detto il Magnifico. Questi episodi, uniti ai conflitti tra le potenze regionali, contribuirono a un clima di instabilità che avrebbe portato al declino dell'equilibrio politico italiano verso la fine del secolo, aprendo la strada alle invasioni straniere e alla fine dell'indipendenza politica degli Stati italiani.