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La Prima Guerra Mondiale vide l'Italia inizialmente neutrale, poi divisa tra neutralisti e interventisti. La neutralità era sostenuta da Giolitti e dal Papa, mentre l'intervento da nazionalisti e futuristi come D'Annunzio. La svolta avvenne con il Patto di Londra, che portò l'Italia in guerra nel 1915, culminando nella vittoria di Vittorio Veneto nel 1918.
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Il governo italiano, guidato da Antonio Salandra, optò per una dichiarazione di neutralità all'inizio della Prima Guerra Mondiale
Neutralisti
La maggioranza della popolazione e del Parlamento italiano, guidati da figure come Giovanni Giolitti, si opponevano all'entrata in guerra e sostenevano il recupero dei territori irredenti attraverso la diplomazia
Interventisti
Un gruppo eterogeneo che includeva nazionalisti, irredentisti e futuristi, come Gabriele D'Annunzio e Filippo Tommaso Marinetti, che vedevano nella guerra un'opportunità per rafforzare l'identità nazionale e per realizzare aspirazioni irredentistiche
Il governo italiano negoziò in segreto con la Triplice Intesa, firmando il Patto di Londra il 26 aprile 1915, che prevedeva concessioni territoriali in caso di vittoria
Nonostante la prevalenza dei neutralisti, la minoranza interventista riuscì a imporsi grazie al sostegno del re Vittorio Emanuele III e di influenti giornali
Il governo Salandra organizzò manifestazioni a favore dell'intervento, con il contributo decisivo di figure come Benito Mussolini e Gabriele D'Annunzio
Il Parlamento, sotto la pressione dell'opinione pubblica e delle manovre politiche, approvò l'entrata in guerra dell'Italia il 24 maggio 1915 contro l'Impero Austro-ungarico e successivamente contro la Germania
L'esercito italiano, non adeguatamente preparato per un conflitto di tale portata, incontrò numerose difficoltà sul fronte italo-austriaco
La disfatta di Caporetto il 24 ottobre 1917 portò alla formazione di un nuovo governo e alla sostituzione del generale Cadorna con il generale Armando Diaz
Sotto la guida di Diaz, l'esercito italiano ottenne una decisiva vittoria nella battaglia di Vittorio Veneto il 29 ottobre 1918, contribuendo al collasso dell'Impero Austro-ungarico e alla fine del conflitto sul fronte italiano
L'armistizio di Villa Giusti, firmato il 3 novembre 1918, sancì la vittoria dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale
La guerra si concluse con un bilancio tragico di perdite umane, con circa 600.000 soldati italiani caduti e profonde ferite sociali ed economiche che avrebbero influenzato il futuro del Paese