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L'Italia e la Prima Guerra Mondiale

La Prima Guerra Mondiale vide l'Italia inizialmente neutrale, poi divisa tra neutralisti e interventisti. La neutralità era sostenuta da Giolitti e dal Papa, mentre l'intervento da nazionalisti e futuristi come D'Annunzio. La svolta avvenne con il Patto di Londra, che portò l'Italia in guerra nel 1915, culminando nella vittoria di Vittorio Veneto nel 1918.

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1

Durante il dibattito nazionale, i ______ erano contrari all'ingresso in guerra, mentre gli ______ erano a favore, puntando all'acquisizione di territori come ______ e ______.

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neutralisti interventisti Trieste Trento

2

Posizione di Giovanni Giolitti sulla guerra

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Favorevole al recupero dei territori irredenti, ma attraverso la diplomazia, non la guerra.

3

Visione della guerra da parte di liberali, socialisti e cattolici

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Considerata un disastro umano ed economico, una 'inutile strage'.

4

______, inizialmente un socialista rivoluzionario, appoggiava l'intervento bellico per promuovere una radicale riforma della società ______.

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Benito Mussolini italiana

5

Data firma Patto di Londra

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26 aprile 1915

6

Cambio alleanze Italia Prima Guerra Mondiale

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Dalla Triplice Alleanza agli Alleati

7

Nonostante la maggioranza dei ______, l'Italia decise di entrare in guerra il ______, influenzata dal re ______ e da importanti giornali.

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neutralisti 24 maggio 1915 Vittorio Emanuele III

8

Il ______, con il sostegno del re e l'azione di figure come ______ e , riuscì a convincere il Parlamento a dichiarare guerra all'.

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governo Salandra Mussolini D'Annunzio Impero Austro-ungarico

9

Preparazione esercito italiano Prima Guerra Mondiale

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Inadeguata per conflitto di grande portata, causò difficoltà sul fronte italo-austriaco.

10

Politica disciplinare del generale Luigi Cadorna

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Severa e punitiva, non evitò la sconfitta di Caporetto.

11

Cambiamenti di leadership post-Caporetto

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Vittorio Emanuele Orlando nuovo primo ministro, Armando Diaz sostituisce Cadorna.

12

Sotto il comando di ______, l'esercito italiano conseguì un importante successo il ______ durante la battaglia di ______ ______.

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Diaz 29 ottobre 1918 Vittorio Veneto

13

L'______ di ______ ______, che pose fine al conflitto sul fronte italiano, fu firmato il ______ ______ 1918.

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armistizio Villa Giusti 3 novembre

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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L'ITALIA E LA PRIMA GUERRA MONDIALE: NEUTRALITÀ E DIVISIONI INTERNE

All'inizio della Prima Guerra Mondiale nel 1914, l'Italia, guidata dal governo di Antonio Salandra, optò per una dichiarazione di neutralità, sostenendo che gli obblighi derivanti dalla Triplice Alleanza con Germania e Austria-Ungheria si applicavano solo a conflitti difensivi. Il dibattito interno vide contrapporsi i neutralisti, che si opponevano all'entrata in guerra, e gli interventisti, che la sostenevano per motivi nazionalistici e per l'annessione dei territori a maggioranza italofona dell'Impero Austro-Ungarico, come Trieste e Trento.
Paesaggio montuoso con resti di trincee e attrezzature militari, soldati in uniforme d'epoca accanto a un fuoco, sentiero verso cime innevate.

LA MAGGIORANZA NEUTRALISTA E LE SUE MOTIVAZIONI

La neutralità era sostenuta dalla maggioranza della popolazione e del Parlamento italiano, con figure di spicco come l'ex primo ministro Giovanni Giolitti, che pur favorendo il recupero dei territori irredenti, riteneva più opportuno perseguire tale obiettivo attraverso la diplomazia. I liberali, molti socialisti e la maggior parte dei cattolici, incluso Papa Benedetto XV, vedevano nella guerra un disastro sia umano che economico, e la condannavano come una "inutile strage".

GLI INTERVENTISTI: FRA NAZIONALISMO E RIVOLUZIONE

Gli interventisti erano un gruppo eterogeneo che includeva nazionalisti, irredentisti e futuristi, come Gabriele D'Annunzio e Filippo Tommaso Marinetti, che vedevano nella guerra un'opportunità per rafforzare l'identità nazionale e per realizzare aspirazioni irredentistiche. Anche alcuni settori dell'industria e della finanza sostenevano l'intervento per i potenziali guadagni economici. A sinistra, figure come Benito Mussolini, allora socialista rivoluzionario, sostenevano l'intervento per accelerare il processo rivoluzionario e per riformare radicalmente la società italiana.

LA DIPLOMAZIA ITALIANA E IL PATTO DI LONDRA

Nel contesto di queste divisioni interne, il governo italiano negoziò in segreto con la Triplice Intesa, firmando il Patto di Londra il 26 aprile 1915. L'accordo prevedeva che, in caso di vittoria, l'Italia avrebbe ottenuto i territori irredenti e altre concessioni territoriali. Questo patto segnò una svolta nella politica estera italiana, allontanandola dalla Triplice Alleanza e avvicinandola agli Alleati.

LA VITTORIA DELL'INTERVENTISMO E L'ENTRATA IN GUERRA

Nonostante la prevalenza dei neutralisti, la minoranza interventista riuscì a imporsi grazie al sostegno del re Vittorio Emanuele III e di influenti giornali. Il governo Salandra, dopo aver ricevuto pieni poteri dal re, organizzò manifestazioni a favore dell'intervento, con il decisivo contributo di Mussolini e D'Annunzio. Il Parlamento, sotto la pressione dell'opinione pubblica e delle manovre politiche, approvò l'entrata in guerra dell'Italia, che fu formalizzata il 24 maggio 1915 contro l'Impero Austro-ungarico, e in seguito contro la Germania.

LE DIFFICOLTÀ DELL'ESERCITO ITALIANO E LA DISFATTA DI CAPORETTO

L'esercito italiano, non adeguatamente preparato per un conflitto di tale portata, incontrò numerose difficoltà sul fronte italo-austriaco. Il generale Luigi Cadorna, Comandante supremo, adottò una disciplina severa e punitiva. La situazione raggiunse il punto di crisi con la disfatta di Caporetto il 24 ottobre 1917, che costrinse le truppe italiane a una ritirata caotica. Questo evento portò alla formazione di un nuovo governo guidato da Vittorio Emanuele Orlando e alla sostituzione di Cadorna con il generale Armando Diaz.

LA RISCOSSA ITALIANA E LA CONCLUSIONE DEL CONFLITTO

Sotto la guida di Diaz, che introdusse una disciplina più umana e migliorò l'addestramento dei soldati, l'esercito italiano ottenne una decisiva vittoria nella battaglia di Vittorio Veneto il 29 ottobre 1918. Questo trionfo contribuì al collasso dell'Impero Austro-ungarico e alla fine del conflitto sul fronte italiano. L'armistizio di Villa Giusti, firmato il 3 novembre 1918, sancì la vittoria dell'Italia. La guerra si concluse con un bilancio tragico di perdite umane, con circa 600.000 soldati italiani caduti e profonde ferite sociali ed economiche che avrebbero influenzato il futuro del Paese.