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La fenomenologia dell'amore in Guido Cavalcanti si rivela attraverso l'analisi della sua lirica, dove la donna è entità divina e fonte di conflitto interiore. Il poeta, esponente dello Stilnovo, utilizza il sonetto per esprimere l'esperienza mistica dell'innamoramento e il turbamento che ne deriva, influenzato da modelli provenzali e siciliani.
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La donna amata è descritta come un'entità quasi divina, la cui presenza suscita stupore e mutismo in chi la contempla
La bellezza e virtù della donna amata sono tali da eclissare ogni altra figura femminile e la sua essenza trascende la comprensione umana
La struttura del sonetto, con le sue quartine e terzine, serve a delineare l'ammirazione universale per la donna e l'incapacità personale di afferrare la sua vera natura
Guido Cavalcanti, nato a Firenze nel 1255, si distingue come figura politica influente e rappresentante della cultura laica del suo tempo
Giovanni Boccaccio descrive Guido Cavalcanti come uomo di grande ingegno, filosofo e logico eccellente, oltre che poeta di rara abilità
La vita di Guido Cavalcanti è segnata da momenti di ascesa e caduta politica, culminati in un esilio che prelude alla sua morte nel 1300
La concezione dell'amore di Cavalcanti è influenzata dalla filosofia aristotelica e dall'averroismo, che lo vedono come una forza irrazionale e perturbatrice capace di generare turbamento e angoscia nell'individuo
Il poeta utilizza la metafora del conflitto tra gli "spiriti" per rappresentare le funzioni vitali dell'essere umano, che sotto l'effetto dell'amore si disperdono in modo caotico, causando sofferenza
Il conflitto interno è reso attraverso la personificazione delle passioni, delle parti del corpo e delle azioni, che si muovono all'interno dell'animo come entità autonome
Sebbene noto per la sua originalità, Cavalcanti si ispira anche ai modelli lirici provenzali e siciliani nella sua poesia
La poesia di Cavalcanti varia dal genere della pastorella, che drammatizza incontri amorosi in contesti bucolici, alla canzonetta siciliana, con una predilezione per le immagini naturalistiche tipiche del plazer provenzale
Il tema dell'"amore da lontano" e della lontananza sofferta, sia dalla donna che dalla patria, è un leitmotiv nei versi di Cavalcanti, mostrando la sua abilità nel variare temi e stili espressivi
Il sonetto "Chi è questa che vèn, ch'ogn'om la mira" evidenzia l'ineffabilità dell'amore e la sacralità dell'immagine femminile
Cavalcanti adotta un linguaggio ricco di allusioni bibliche, in particolare al Cantico dei Cantici e alle profezie di Isaia, per creare un'atmosfera di sacralità attorno alla figura femminile
La donna amata è presentata come un essere ineffabile e trascendente, al di là della comprensione razionale, contribuendo a creare un'aura di divinità attorno alla sua figura