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Eugenio Montale, poeta italiano del XX secolo, affronta il 'male di vivere' e la ricerca di speranza. Le sue opere, come 'Ossi di seppia', riflettono sulla condizione umana e la crisi dei valori, con una critica alla società moderna e al fascismo.
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Montale si forma inizialmente in ragioneria, ma la sua vera passione è la letteratura
La sua esperienza come soldato e l'immersione negli ambienti culturali della Liguria influenzano profondamente il suo sviluppo intellettuale
Durante questo periodo, Montale incontra figure femminili che avranno un impatto significativo sulla sua opera, tra cui la musa ispiratrice Clizia
Nel 1927, Montale si trasferisce a Firenze dove lavora per la casa editrice Bemporad e dirige il prestigioso Gabinetto Vieusseux
Durante il regime fascista, Montale adotta una posizione critica e partecipa attivamente alla resistenza culturale
Dopo la guerra, Montale si trasferisce a Milano dove diventa editorialista per il Corriere della Sera, affinando la sua critica verso la società moderna
La poetica di Montale si caratterizza per la riflessione su temi come il "male di vivere", la ricerca di un "varco" verso la speranza e la memoria come antidoto alla sofferenza
La sua prima raccolta, pubblicata nel 1925, segna una svolta nella poesia italiana con il suo linguaggio asciutto e immagini quotidiane
Pubblicata nel 1956, questa raccolta prosegue l'esplorazione dei temi cari al poeta, con un linguaggio sempre più complesso e una visione critica della realtà contemporanea
Montale sviluppa il concetto di "divina indifferenza", un distacco dal dolore e dalla contingenza umana che ricorda la poetica di Leopardi
A differenza di Ungaretti, Montale adotta una visione più scettica e disincantata, espressa attraverso la negazione
Le ultime raccolte di Montale riflettono sul consumismo e sulla ricerca di valori autentici, confermando la sua continua evoluzione e attualità