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L'Italia nel periodo post-Prima Guerra Mondiale

L'ascesa del fascismo in Italia e la Marcia su Roma rappresentano un periodo chiave della storia italiana, segnato dalla crisi post-Prima Guerra Mondiale e dal controverso consolidamento del potere di Benito Mussolini. La reazione alla violenza politica e il contesto sociale turbolento del dopoguerra hanno plasmato il corso degli eventi, culminando nel delitto Matteotti e nella nascita di nuovi partiti politici.

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1

Il ______ ______ ______, guidato da ______ ______, prometteva di restaurare l'ordine in Italia dopo la Prima Guerra Mondiale.

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Partito Nazionale Fascista Benito Mussolini

2

Nel ______, il Partito Nazionale Fascista ha effettuato la ______ ______ ______, che ha portato alle dimissioni del governo di ______ ______.

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1922 Marcia su Roma Luigi Facta

3

Dopo la Marcia su Roma, ______ ______ fu nominato primo ministro da ______ ______ ______, re d'Italia.

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Benito Mussolini Vittorio Emanuele III

4

Primo governo fascista

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Coalizione iniziale, divenne dittatura sotto Mussolini.

5

Elezioni del 1924

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Marcate da intimidazioni e violenze, vittoria schiacciante fascista.

6

Secessione dell'Aventino

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Tentativo isolamento governo da opposizione, fallì rafforzando Mussolini.

7

Nel periodo del ______, l'Italia era alle prese con una crisi ______ e ______, dovendo trasformare l'industria da militare a civile e reinserire i ______ nell'economia.

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dopoguerra economica sociale veterani

8

Fondazione Partito Popolare Italiano

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1919, Luigi Sturzo, rappresentanza interessi cattolici.

9

Nascita Fasci di Combattimento

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1919, Mussolini, movimento nazionalista e rivoluzionario.

10

Scissione Partito Socialista e nascita PCI

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1921, Partito Comunista d'Italia, ispirazione modello bolscevico.

11

Il governo ______ italiano non riuscì a gestire le tensioni dopo la guerra, né le richieste di un ritorno all'ordine dai ceti ______.

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liberale conservatori

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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L'ascesa del Fascismo e la Marcia su Roma

Nel clima di instabilità post-Prima Guerra Mondiale, l'Italia fu teatro di una profonda crisi politica e sociale. Il Partito Nazionale Fascista, fondato da Benito Mussolini nel 1919 e trasformato in partito nel 1921, si impose nel panorama politico italiano come forza nazionalista e autoritaria, promettendo di ripristinare l'ordine e di promuovere gli interessi nazionali. Nonostante la partecipazione alle elezioni del 1921, i fascisti non si limitarono alle vie democratiche per accedere al potere. Nel 1922, approfittando di un periodo di instabilità governativa, organizzarono la Marcia su Roma, un colpo di forza che costrinse il governo di Luigi Facta alle dimissioni e portò alla nomina di Mussolini a capo del governo da parte del re Vittorio Emanuele III, il quale sperava di controllare l'ascesa fascista.
Folla in abiti anni '20 riunita in piazza italiana con uomini in cappelli a tesa larga e donne in lunghi abiti e cloche.

La consolidazione del potere fascista e il delitto Matteotti

Il primo governo fascista, inizialmente di coalizione, si trasformò in breve tempo in una dittatura sotto la guida di Mussolini. Le elezioni del 1924 furono caratterizzate da intimidazioni e violenze, e la lista fascista ottenne una maggioranza schiacciante. Il deputato socialista Giacomo Matteotti, che aveva pubblicamente denunciato le irregolarità elettorali, fu rapito e assassinato da estremisti fascisti. Questo crimine scatenò una forte reazione popolare e politica. L'opposizione tentò di isolare il governo con la secessione dell'Aventino, ma la mancanza di una risposta decisa da parte del re e la divisione tra le forze antifasciste permisero a Mussolini di superare la crisi e di rafforzare ulteriormente il suo regime.

Il contesto sociale e politico del dopoguerra italiano

L'Italia del dopoguerra affrontava una grave crisi economica e sociale, con la necessità di convertire l'industria bellica e reintegrare i veterani nell'economia civile. Le richieste di miglioramenti lavorativi da parte degli operai e di riforme agrarie da parte dei contadini si intensificarono. Le donne, che avevano partecipato allo sforzo bellico, lottavano per il riconoscimento dei diritti civili e politici. Il sentimento di una "vittoria mutilata", dovuto alla percezione di aver ottenuto poco dai trattati di pace nonostante i grandi sacrifici, alimentò il malcontento e favorì l'ascesa di movimenti nazionalisti e rivoluzionari, tra cui il fascismo.

La nascita di nuovi partiti e il biennio rosso

Nel 1919, il panorama politico italiano si arricchì con la nascita di nuovi partiti. Il Partito Popolare Italiano, fondato da Luigi Sturzo, cercava di rappresentare gli interessi dei cattolici, mentre i Fasci di Combattimento, guidati da Mussolini, si posizionarono come movimento nazionalista e rivoluzionario. Contemporaneamente, il "biennio rosso" (1919-1920) fu caratterizzato da un'ondata di agitazioni sociali, con scioperi, occupazioni di fabbriche e terre, che culminarono in serrate industriali e repressioni violente. La scissione del Partito Socialista e la fondazione del Partito Comunista d'Italia nel 1921, ispirato al modello bolscevico, segnarono un ulteriore approfondimento delle divisioni politiche.

La crisi del dopoguerra e la risposta dello Stato

La crisi post-bellica mise a dura prova il governo liberale italiano, che si dimostrò incapace di gestire le tensioni sociali e le pressioni dei ceti conservatori per un ritorno all'ordine. La debolezza dello Stato si manifestò nell'incapacità di risolvere i conflitti di classe e di rispondere alle sfide poste dai nuovi partiti e movimenti di massa. In questo contesto di incertezza e di lotta per il potere, il fascismo trovò terreno fertile per la sua ascesa e per la successiva presa del potere in Italia, sfruttando la promessa di stabilità e di rinnovamento nazionale.