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La Seconda Restaurazione in Italia vide il ripristino di regimi assolutistici, ad eccezione del Regno di Sardegna che mantenne lo Statuto Albertino. Figure come Cavour e Vittorio Emanuele II furono cruciali per le riforme e l'unificazione, culminata con la Presa di Roma nel 1870.
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Nel 1848, l'Italia visse un periodo di reazione noto come la Seconda Restaurazione, in cui i principi italiani revocarono le costituzioni liberali concesse durante i moti rivoluzionari
La maggior parte dei principi italiani revocò le costituzioni liberali concesse durante i moti rivoluzionari, ripristinando regimi assolutistici
Il Regno di Sardegna, guidato da Vittorio Emanuele II, mantenne lo Statuto Albertino, una carta costituzionale liberale concessa da Carlo Alberto nel 1848
Pio IX e Ferdinando II di Borbone si distinsero per la loro politica repressiva nei confronti dei movimenti nazionali e liberali dopo il loro ritorno al potere
Il feldmaresciallo Radetzky impose un regime di occupazione militare in Lombardo-Veneto, con misure repressive come esecuzioni e censura
In contrasto con la politica repressiva dei principi italiani, il Regno di Sardegna intraprese una politica di riforme moderate, confermando lo Statuto e avviando riforme come le Leggi Siccardi del 1850
Nato in una famiglia aristocratica piemontese, Camillo Benso di Cavour abbandonò la carriera militare e si dedicò all'amministrazione delle sue terre prima di entrare in politica
Dopo essere stato eletto deputato nel 1848, Cavour divenne ministro dell'agricoltura, dell'industria e del commercio nel governo D'Azeglio
Nel 1852, Cavour divenne presidente del consiglio dopo aver formato un'alleanza politica, il "Connubio", con Urbano Rattazzi
Cavour promosse lo sviluppo economico del Piemonte attraverso la riduzione delle tariffe doganali, la modernizzazione delle infrastrutture e l'incoraggiamento degli investimenti stranieri
La visione politica di Cavour, basata sul liberalismo e sul progresso, fece di Torino un punto di riferimento per i patrioti italiani che aspiravano all'unificazione dell'Italia sotto la guida della monarchia sabauda
Cavour fu una figura centrale nel processo di riforma e unificazione dell'Italia, contribuendo alle riforme moderate del Regno di Sardegna e alla sua crescita economica
La destra storica, al potere dopo l'unificazione, era contraria a un'azione armata contro Roma, protetta dalle truppe francesi di Napoleone III
I movimenti rivoluzionari, guidati da figure come Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi, erano favorevoli a un'azione diretta per annettere Roma all'Italia
Nel 1862, Garibaldi tentò di marciare su Roma, ma fu fermato dalle truppe italiane per evitare un conflitto diplomatico con la Francia
Dopo la Terza Guerra d'Indipendenza e il ritiro delle truppe francesi a causa della guerra franco-prussiana, l'Italia poté finalmente annettere Roma nel 1870
Dopo la breccia delle mura di Porta Pia, Roma divenne la capitale del Regno d'Italia nel 1871, dopo un plebiscito che ne sancì l'annessione
Per regolare i rapporti con la Chiesa, fu promulgata la Legge delle Guarentigie, ma Pio IX respinse le condizioni e proibì ai cattolici di partecipare alla vita politica dello stato, creando una divisione tra la Chiesa e lo stato italiano