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La nascita della Repubblica Italiana e i principi fondamentali della Costituzione del 1948 segnano un'era di democrazia e diritti. L'Assemblea Costituente, con figure come Nilde Iotti, e lo Statuto dei Lavoratori del 1970, hanno definito i diritti e le tutele dei lavoratori, influenzando le relazioni industriali e la società.
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Gli italiani decisero di abbandonare la monarchia a favore della Repubblica, segnando la fine della dittatura fascista e l'inizio di un nuovo corso democratico
Sovranità popolare e lavoro come fondamento della Repubblica
La Costituzione riconosce la sovranità popolare e il lavoro come fondamento della Repubblica, impegnandosi a rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana
Tutela dei diritti dei lavoratori
La Costituzione tutela il diritto al lavoro e si impegna a promuovere l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali
Le ventuno donne che contribuirono attivamente al processo costituente, tra cui Nilde Iotti, simbolo del progresso verso una maggiore inclusione delle donne nella vita politica italiana
Approvato nel 1970, lo Statuto dei Lavoratori rappresenta un passo significativo nella tutela dei diritti dei lavoratori in Italia
Libertà e dignità dei lavoratori
Lo Statuto introduce norme per la protezione della libertà e della dignità dei lavoratori all'interno del luogo di lavoro, come il diritto di espressione e il divieto di discriminazione per motivi sindacali
L'articolo 18
L'articolo 18 prevede che il licenziamento debba essere giustificato da motivi validi, altrimenti il lavoratore ha diritto al reintegro nel posto di lavoro
Lo Statuto ha ricevuto diverse critiche nel corso degli anni, portando a tentativi di riforma, come con la legge Fornero del 2012 e il Jobs Act del 2014