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Nel Canto III della Divina Commedia, Dante, accompagnato da Virgilio, varca la soglia dell'Inferno e incontra gli ignavi, anime che in vita evitarono ogni scelta morale. Queste anime sono condannate a inseguire un vessillo inutile, simbolo della loro mancanza di valori, e sono tormentate da vespe e mosconi, in un eterno castigo che riflette la loro inerzia esistenziale.
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L'iscrizione che preannuncia la giustizia divina e la destinazione delle anime peccatrici
Il peccato degli ignavi
La mancanza di iniziativa e di posizione morale in vita
La pena degli ignavi
Inseguire un vessillo senza valore e essere tormentati da vespe e mosconi
L'iscrizione sulla porta dell'Inferno e il contrappasso come manifestazione della giustizia divina
Il luogo dove le anime dei dannati attendono di essere traghettate oltre il fiume Acheronte
La figura di Caronte
Il traghettatore delle anime, descritto come un vecchio imponente e irascibile
Il ruolo di Caronte
Condurre le anime oltre il fiume, simbolo del distacco dal mondo dei vivi e dell'ingresso nel regno dei morti
Un simbolo potente dell'accesso al regno della giustizia divina
La Trinità
La divina potestate, la somma sapienza e il primo amore che hanno concepito l'inferno come luogo di espiazione
Il contrappasso
La legge che stabilisce che la punizione di ogni peccatore sia un riflesso del peccato commesso in vita
La punizione degli ignavi come riflesso della loro passività e mancanza di iniziativa in vita
Il vessillo inutile
Simbolo della loro assenza di valori e ideali
Le punture degli insetti
Metafora della motivazione che non ebbero mai in vita
Il sangue e le lacrime
Simbolo della loro condizione deplorevole e del disprezzo della giustizia divina per la loro viltà