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L'amministrazione delle province romane

La Sicilia e la Sardegna furono le prime province romane, con un'organizzazione amministrativa che prevedeva pretori e questori. La Sicilia, ricca per il commercio e l'agricoltura, e la Sardegna, conquistata dopo la rivolta dei mercenari, riflettono l'espansione e il controllo romano nel Mediterraneo.

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1

La ______ divenne la prima regione conquistata da Roma dopo la vittoria nella ______ guerra punica (- a.C.).

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Sicilia prima 264 241

2

Creazione del pretore in Sicilia

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227 a.C., istituzione della carica di pretore per gestire le nuove province romane.

3

Funzioni del pretore

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Amministrare giustizia e mantenere ordine pubblico nelle province.

4

Lex provinciae

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Legge che definiva diritti e doveri dei provinciali rispetto a Roma.

5

Le città siciliane che si arrendevano volontariamente potevano diventare ______ et ______ e quindi non pagavano i ______ e non erano sotto la giurisdizione ______.

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liberae immunes tributi romana

6

Data annessione Sardegna e Corsica a Roma

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237 a.C., dopo la rivolta dei mercenari cartaginesi.

7

Prima provincia romana con Sardegna e Corsica

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Seconda provincia romana, istituita nel 237 a.C.

8

Ruolo del pretore nelle isole nel 227 a.C.

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Amministrazione civile e giudiziaria, consolidamento dell'importanza del pretore.

9

Dal ______ a.C., la ______ forniva un modo per processare i governatori per ______.

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149 quaestio de repetundis malversazione

Q&A

Ecco un elenco delle domande più frequenti su questo argomento

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La fondazione delle prime province romane: Sicilia e Sardegna

La Sicilia fu la prima regione al di fuori della penisola italiana a cadere sotto il controllo di Roma, a seguito della vittoria nella prima guerra punica (264-241 a.C.). Questa isola strategica per il commercio e la produzione agricola fu organizzata come provincia, un concetto innovativo che differiva dall'incorporazione diretta delle città italiane. In Sicilia, Roma introdusse un sistema di tributazione basato sul prelievo di una quota del raccolto di cereali, essenziale per il sostentamento della popolazione romana e delle sue legioni. Questa politica fiscale rifletteva la necessità di sfruttare economicamente la provincia e di prevenire una riconquista cartaginese.
Mercato romano antico all'aperto con statua di governatore, banchi di frutta, anfore e tessuti colorati, e persone che contrattano.

L'organizzazione amministrativa della Sicilia e l'evoluzione del concetto di provincia

La Sicilia fu amministrata da un pretore, una carica creata nel 227 a.C. per gestire le nuove province. Il pretore, coadiuvato da un questore per le finanze e da legati per la giustizia, aveva il compito di amministrare la giustizia e mantenere l'ordine pubblico. La riscossione delle tasse era spesso affidata a publicani, i quali, tuttavia, erano noti per le loro pratiche esose. Il termine "provincia" divenne sinonimo di un territorio governato da un magistrato romano, con una struttura amministrativa definita dalla lex provinciae, che stabiliva i diritti e i doveri dei provinciali nei confronti di Roma.

La composizione sociale e giuridica della provincia siciliana

La Sicilia presentava una variegata struttura sociale e giuridica. Alcune città, come Siracusa e Messina, godevano di uno status speciale di civitates foederatae, mantenendo una certa autonomia grazie a trattati con Roma. Altre, come le civitates liberae et immunes, erano esentate dal pagamento dei tributi e dalla giurisdizione romana, spesso in virtù della loro resa volontaria. La maggior parte delle città siciliane erano civitates stipendiariae, obbligate al pagamento di un tributo. La giustizia era divisa tra il governatore, che si occupava dei casi più gravi, e i tribunali locali per i reati minori.

L'espansione romana in Sardegna e Corsica

La Sardegna e la Corsica furono annesse a Roma dopo la rivolta dei mercenari cartaginesi, che avevano occupato l'isola durante la crisi finanziaria di Cartagine seguita alla prima guerra punica. Nel 237 a.C., le due isole furono unite nella seconda provincia romana. La conquista fu ostacolata dalla resistenza delle popolazioni locali, richiedendo una presenza militare costante. Anche per queste isole, nel 227 a.C., fu nominato un pretore con compiti di amministrazione civile e giudiziaria, consolidando il ruolo del pretore come figura chiave nell'amministrazione provinciale.

Autonomia e controllo dei governatori nelle province romane

I governatori provinciali godevano di una certa autonomia, ma erano soggetti al controllo del Senato romano, che imponeva loro di rendere conto della loro gestione. A partire dal 149 a.C., la quaestio de repetundis fornì un meccanismo legale per perseguire i governatori per malversazione, prevenendo l'abuso di potere e la corruzione. Questo sistema di accountability assicurava che le province non diventassero feudi personali dei governatori e garantiva l'integrità dell'amministrazione provinciale romana.