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La neutralità italiana durante la Prima guerra mondiale e le pressioni internazionali che portarono all'adesione all'Intesa sono eventi chiave della storia contemporanea. Il dibattito tra interventisti e neutralisti, le trattative fallite con l'Austria-Ungheria e la firma del Patto di Londra segnarono la svolta verso il conflitto. La disfatta di Caporetto e la successiva riorganizzazione militare e politica evidenziano le difficoltà italiane nel conflitto.
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Nonostante la Triplice Alleanza, l'Italia dichiara la propria neutralità
Il governo italiano considera l'ultimatum un casus foederis non valido
L'Italia negozia con l'Austria-Ungheria, ma senza successo
Regno Unito, Francia e Russia cercano di convincere l'Italia ad unirsi al loro fronte promettendo compensi territoriali
Gli interventisti, come D'Annunzio e Mussolini, sostengono l'entrata in guerra per completare l'unità nazionale, mentre i neutralisti si oppongono
Gabriele D'Annunzio e Benito Mussolini sono tra i principali sostenitori dell'intervento italiano nella guerra
L'Italia firma in segreto il Patto di Londra, che prevede l'entrata in guerra contro gli Imperi Centrali in cambio di compensi territoriali
Il 24 maggio 1915, l'Italia rescinde la Triplice Alleanza e dichiara guerra all'Austria-Ungheria
L'esercito italiano si trova impreparato e scarsamente equipaggiato per il conflitto
Nel 1916, l'Italia affronta numerose battaglie lungo il fronte dell'Isonzo, ma con risultati limitati e perdite elevate
L'offensiva austro-ungarica, nota come "spedizione punitiva", inizialmente ottiene successi ma deve ridimensionarsi a causa di un'offensiva russa
La situazione di stallo bellico porta a una crisi politica e alla formazione di un governo di unità nazionale guidato da Paolo Boselli
Nel 1916, l'imperatore austro-ungarico Francesco Giuseppe muore e viene succeduto dal nipote Carlo I
La guerra di logoramento prosegue con la Germania e le potenze dell'Intesa che mantengono posizioni intransigenti
Il 24 ottobre 1917, l'esercito italiano subisce una drammatica sconfitta a Caporetto, causata da una serie di fattori tra cui la sorpresa tattica e gli errori dei comandanti
Le difficoltà economiche e la scarsità di cibo portano ad un crescente malcontento popolare in Italia
Le tensioni sociali sfociano in proteste e rivolte, come quella di Torino nel 1917
L'opposizione alla guerra aumenta e si intensificano le richieste di pace da parte di diversi settori della società